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Contacting B2B: la strategia per valorizzare i lead

Contacting B2B: la strategia per valorizzare i lead

La gestione dei lead richiede molto più della semplice acquisizione di nominativi: ciò che conta è guidare ogni contatto lungo un percorso di maturazione che lo trasformi in un’opportunità concreta per il team commerciale. In questo scenario si inserisce il contacting, un processo strutturato di metodologie e strumenti pensato per mantenere viva la relazione con i prospect e condurli fino alla vendita finale del prodotto o servizio.  Indice: Cos’è il contacting?  Il contacting è l’insieme di azioni e strategie finalizzate a stabilire, mantenere e sviluppare una relazione con i lead attraverso diversi canali digitali e fisici. Include sia le attività di outreach, ovvero il primo contatto mirato a suscitare interesse, sia le fasi successive di interazione come:  Prioritizzazione: consegna al team commerciale solo dei lead realmente qualificati, cioè interessati, con budget disponibile e pronti a un incontro. Dal database alla maturità commerciale  Recentemente una società italiana attiva nei servizi ICT e nella consulenza tecnologica, con un posizionamento che unisce competenze di system integration, sviluppo software e innovazione digitale ci ha chiesto supporto per un progetto strategico. L’azienda collabora con imprese di diversi settori, dall’industria manifatturiera al finance fino alle telecomunicazioni, progettando soluzioni che integrano tecnologie avanzate, creatività e processi di business.  In collaborazione con Bewe e Valuelead, si è trovata di fronte a una sfida tipica del B2B: gestire un database di circa 600 lead qualificati, raccolti durante eventi dedicati a una piattaforma di osservabilità e monitoraggio delle prestazioni digitali. Questi lead, pur promettenti, non erano ancora stati trasformati in reali opportunità di business.  La soluzione è stata l’avvio di un percorso di contacting strutturato, affiancato da una content strategy mirata, capace di riattivare i contatti inattivi e accompagnarli gradualmente verso l’interazione commerciale.  Content strategy e discontinuità come leve di ingaggio  La content strategy è il cuore del contacting, perché permette di bilanciare continuità e discontinuità:  Data enrichment: la conoscenza come leva competitiva  Il data enrichment consiste nell’arricchire le informazioni già presenti sui lead con dati provenienti da fonti esterne. Nel progetto, grazie all’integrazione con BuiltWith, è stato possibile analizzare oltre 24 categorie di tecnologie utilizzate dai siti dei prospect.  Questo ha permesso di:  Conclusioni Il contacting, applicato in questo modo, si configura come un vero ponte tra marketing e vendite: da un lato il marketing lavora su segmentazione, contenuti e automazione; dall’altro, le vendite ricevono lead pronti al contatto umano, arricchiti da insight sui bisogni e sul livello di interesse.  L’esperienza mostra come un approccio data-driven, integrato a una strategia di comunicazione mirata, possa trasformare un semplice database in una pipeline di valore, capace di rafforzare le relazioni commerciali e accelerare la crescita del business.  Vuoi scoprire come Valuelead e Bewe possono supportare la tua azienda nello sviluppo di una strategia di contacting su misura? Prenota una call con il nostro team per definire insieme il percorso più efficace. 

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Account-Based Marketing (ABM): come costruire campagne su misura per clienti B2B

Account-Based Marketing (ABM): come costruire campagne su misura per clienti B2B

Nel panorama del marketing B2B, sempre più aziende stanno abbandonando strategie generaliste per abbracciare un approccio iper-mirato: l’Account-Based Marketing (ABM). Ma cos’è davvero l’ABM e perché è diventato una delle leve più efficaci per ingaggiare prospect ad alto potenziale? Indice: Cos’è l’Account-Based Marketing L’ABM è una strategia che prevede la personalizzazione delle attività di marketing e vendita per un numero ristretto e selezionato di account (aziende target). L’obiettivo è costruire un’esperienza su misura per ogni account, con contenuti, messaggi e touchpoint pensati specificamente per le esigenze, il settore e le sfide di quell’organizzazione. A differenza del marketing tradizionale, che mira a generare un alto volume di lead, l’ABM punta sulla qualità e sulla rilevanza, spesso in stretta sinergia con il team commerciale. Perché scegliere l’ABM nel B2B Come costruire una campagna ABM efficace 1. Identifica gli account targetScegli gli account più in linea con il tuo cliente ideale (ICP). Usa il CRM, strumenti di lead tracking (come la piattaforma proprietaria YourWoo di Valuelead) e piattaforme di data enrichment per selezionare quelli con maggiore potenziale. 2. Crea profili dettagliati degli accountAnalizza struttura aziendale, bisogni, attori chiave, contenuti e comportamenti digitali. Questo ti permetterà di costruire messaggi davvero rilevanti e mirati. 3. Personalizza contenuti e canaliOgni account dovrebbe ricevere contenuti su misura: eBook, whitepaper, email, video, messaggi LinkedIn, demo. Il tono e i touchpoint vanno adattati alle preferenze dei singoli utenti. 4. Attiva la campagna multicanaleIntegra advertising (come LinkedIn ABM ads), email personalizzate, eventi su invito, remarketing, contenuti riservati (o gated). Ogni canale deve lavorare per stimolare awareness, considerazione e conversione. 5. Coinvolgi il team salesI commerciali devono avere visibilità sul comportamento digitale degli account e agire in modo coordinato. Chatbot, sequenze automatiche e tool di sales engagement (come HubSpot, Salesloft o Outreach) possono fare la differenza. 6. Misura e ottimizzaNon basta monitorare le vanity metrics, cioè dati che appaiono positivi ma non misurano il reale impatto sul business (come like, follower o visualizzazioni). Misura l’engagement, il  tempo medio alla prima call, i progressi nel funnel e il tasso di conversione. In seguito, ottimizza i contenuti e i messaggi sulla base dei dati raccolti. Conclusioni L’ABM non è una moda, ma una strategia strutturata che richiede metodo, tecnologia e collaborazione tra team. Quando implementata correttamente, consente di ottenere risultati superiori rispetto al marketing tradizionale, soprattutto nel B2B. Il Team di Valuelead, insieme alla Digital Agency Bewe, potrà aiutarti a identificare i tuoi prospect chiave, costruire campagne marketing personalizzate e integrare la tua strategia di comunicazione. Prenota una call con il nostro team per scoprire come possiamo costruire insieme un approccio ABM su misura per la tua azienda.

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L’evoluzione del CRM: tendenze 2025 tra IA, integrazione e customer success

L’evoluzione del CRM: tendenze 2025 tra IA, integrazione e customer success

Il CRM (Customer Relationship Management) ha superato il ruolo di semplice database di contatti, diventando un elemento centrale nelle strategie aziendali. Le tendenze emergenti evidenziano un’evoluzione significativa, guidata da intelligenza artificiale, integrazione avanzata e un focus crescente sul successo del cliente. In questo articolo, analizziamo i cambiamenti più rilevanti osservati nella prima metà del 2025. Indice: CRM intelligenti: l’ascesa dell’IA operativa Integrazione totale: il CRM come hub operativo Focus sul customer success: dal post-vendita alla retention CRM e dati: verso una personalizzazione dinamica Conclusione CRM intelligenti: l’ascesa dell’IA operativa L’intelligenza artificiale integrata nei CRM sta trasformando il modo in cui i team marketing e sales lavorano. Non si tratta più solo di automatizzare attività ripetitive, ma di potenziare concretamente ogni fase del customer journey: Scoring predittivo avanzato: i CRM analizzano il comportamento storico e attuale dei lead per anticipare le probabilità di conversione; Automazioni contestuali: i sistemi suggeriscono o attivano azioni specifiche in base a eventi, abitudini e priorità dei clienti; Contenuti generati automaticamente:  grazie all’IA generativa, è possibile creare e-mail personalizzate, messaggi di follow-up e perfino script per le chiamate. Un articolo di Forbes sottolinea che l’adozione di CRM avanzati con funzionalità di intelligenza artificiale ha portato a un miglioramento del 20% nella produttività dei team di vendita Integrazione totale: il CRM come hub operativo Il CRM si sta configurando sempre più come il cuore di un ecosistema interconnesso. Le aziende B2B avanzate lo usano come piattaforma di orchestrazione, dove confluiscono dati, segnali e attivazioni provenienti da molteplici touchpoint: Connessioni API estese:  l’integrazione con strumenti di marketing automation, BI e piattaforme di advertising è ormai imprescindibile; Centralizzazione del dato cliente:  dalla prima visita al sito fino alla fase di renewal (o rinnovo), tutto il percorso del cliente viene monitorato e gestito dal CRM; Automazioni inter-funzionali: trigger basati su eventi CRM possono attivare flussi di onboarding, campagne ADV personalizzate o task operativi per il customer service. Focus sul customer success: dal post-vendita alla retention Una delle evoluzioni più rilevanti è il passaggio da un CRM focalizzato sul pre-sale a un modello customer-centric orientato al lungo periodo. I moduli di customer success integrati nei CRM offrono funzionalità avanzate per: Identificare segnali di rischio (churn): cali di utilizzo, richieste al supporto, feedback negativi vengono incrociati per allertare il team; Monitorare KPI di successo del cliente: come il tempo di adozione, la soddisfazione (CSAT), e la probabilità di rinnovo; Automatizzare azioni di retention: task proattivi per account manager, contenuti educativi, campagne di re-engagement. Un altro dato chiave segnala che circa il 47% delle aziende B2B con tassi di churn (cioè la percentuale di clienti che abbandonano un servizio in un determinato periodo di tempo) inferiori al 5% ha riscontrato un aumento di tassi di fidelizzazione dei clienti dopo l’adozione di CRM integrati con funzioni di customer success nel 2025. CRM e dati: verso una personalizzazione dinamica Un ulteriore trend emergente riguarda la capacità dei CRM di supportare una personalizzazione sempre più granulare e in tempo reale. Grazie a tecnologie di IA e dati comportamentali, le aziende possono: Adattare contenuti e offerte in base al comportamento live dell’utente; Gestire buyer journey differenziati su larga scala; Creare segmentazioni dinamiche e cluster predittivi che evolvono costantemente. L’obiettivo è trasformare ogni interazione, anche automatica, in un’esperienza contestuale e rilevante per il singolo utente. Conclusione Nel 2025, il CRM è diventato un sistema evoluto di gestione delle relazioni, considerato come il sistema nervoso centrale delle strategie marketing e sales B2B. L’integrazione dell’intelligenza artificiale, la capacità di dialogare con l’intero ecosistema digitale e l’attenzione crescente alla fase post-vendita lo rendono uno strumento strategico per creare valore nel lungo periodo. Le aziende che sapranno cogliere queste evoluzioni non solo miglioreranno efficienza e redditività, ma riusciranno a costruire relazioni più solide, personalizzate e orientate al successo reciproco. Parla con il team di Valuelead per scoprire come integrare strategie data-driven, AI e customer success nella tua infrastruttura CRM.

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Data Hygiene: una priorità strategica per il B2B

Data Hygiene: una priorità strategica per il B2B

Nel 2025 ottenere risultati concreti nelle vendite B2B non significa soltanto scegliere con cura i canali o scrivere copy efficaci. Questi elementi restano importanti, ma non bastano più a garantire performance solide e coerenti nel tempo, soprattutto in contesti complessi e altamente competitivi. Indice: Introduzione Cosa significa davvero lavorare con dati di qualità? L’impatto diretto sul processo commerciale B2B Una questione strategica e non solo operativa Best practices per una data hygiene efficace Conclusione Introduzione Tutto ciò che riguarda personalizzazione, segmentazione e automazione – oggi leve imprescindibili in ogni strategia commerciale – si basa su due aspetti determinanti, ma frequentemente trascurati: la qualità e l’affidabilità dei dati. Quando le informazioni sono incomplete, obsolete o disallineate, anche la strategia più articolata rischia di perdere efficacia. Per questo la data hygiene non andrebbe vista come un’attività operativa da svolgere saltuariamente, ma come una componente strategica dell’intero approccio commerciale. Investire nella qualità dei dati significa costruire segmentazioni più accurate, parlare a ciascun interlocutore con messaggi mirati e sfruttare al meglio il CRM. Cosa significa davvero lavorare con dati di qualità? Occuparsi di data hygiene non significa semplicemente eliminare duplicati o correggere indirizzi e-mail errati. È un’attività continua e strutturata, che comprende manutenzione, normalizzazione, arricchimento e verifica costante della coerenza delle informazioni. L’obiettivo non è solo “ripulire”, ma garantire che ogni dato presente nel database sia affidabile, aggiornato, completo e realmente utilizzabile. Tradotto in operatività, significa poter contare su informazioni chiare e precise: sapere chi è quella persona all’interno dell’azienda target, quale ruolo ricopre, a quale segmento appartiene, quali contenuti ha già consultato e se ha avuto interazioni precedenti con altri touch point commerciali. Senza una base solida ogni tentativo di personalizzazione è un’incognita, e ogni automazione rischia di non generare valore. L’impatto diretto sul processo commerciale B2B Quando un commerciale invia un’e-mail al contatto sbagliato, quando una sequenza automatizzata si attiva su un lead già convertito, o quando una campagna LinkedIn viene indirizzata a un interlocutore che non è rilevante nel processo d’acquisto, spesso il problema non è nello strumento, ma nella gestione disorganizzata dei dati. La qualità e la manutenzione delle informazioni nel CRM sono collegate a metriche fondamentali come: Tasso di apertura (Open Rate) e risposta delle e-mail (Reply Rate); Engagement delle campagne, ovvero quanto e come i destinatari interagiscono con i contenuti; Qualità delle opportunities generate; Velocità del funnel, che indica quanto tempo impiega in media un contatto per diventare cliente effettivo; Conversioni finali, cioè la percentuale di lead che completano il percorso d’acquisto. In questo scenario quindi la pulizia dei dati è un’attività ad alto impatto, in grado di migliorare la precisione delle azioni commerciali e l’efficienza dell’intero processo di vendita. Una questione strategica e non solo operativa La data hygiene viene spesso percepita come un’attività tecnica, relegata al back-office o a interventi sporadici sul CRM. In realtà, è un fattore strategico a tutti gli effetti, con un impatto diretto sulla qualità delle decisioni e sull’efficacia dell’intera macchina commerciale. Per un’azienda come Valuelead la data hygiene è parte centrale del metodo che si declina in attività di: Tracking e behavioral intent: grazie allo strumento proprietario YourWOO vengono mappate le interazioni dei visitatori, arricchendo in tempo reale i dati aziendali (con dettagli sul settore, i comportamenti e il livello di interesse); Data enrichment: con HubSpot è possibile aggiornare i contatti con ruoli, e-mail dirette e informazioni aziendali strategiche; Segmentazione mirata: i contatti vengono organizzati in cluster all’interno di HubSpot CRM e attivati con sequenze personalizzate e contenuti specifici, aumentando la probabilità di conversione. Best practices per una data hygiene efficace 1. Audit periodico del database del CRM Pianificare controlli regolari – su base mensile o trimestrale – permette di intercettare duplicati, campi incompleti, dati obsoleti o inattivi. Un’attività costante di monitoraggio rappresenta il primo passo per mantenere un CRM solido, aggiornato e realmente ottimizzato. 2. Deduplicazione automatica Ridurre incoerenze e duplicazioni nei dati è un passo chiave per costruire un database solido e coerente. Soluzioni come HubSpot semplificano la rilevazione e la fusione dei contatti doppi, migliorando l’integrità del database. 3. Validazione e arricchimento dei dati L’aggiornamento continuo delle informazioni strategiche come gli indirizzi e-mail, il ruolo aziendale, il settore di appartenenza e le dimensioni dell’organizzazione, è un presupposto indispensabile per l’efficacia di qualsiasi campagna data-driven. Solo dati accurati e verificati consentono una segmentazione efficace e rendono possibile una comunicazione mirata, capace di generare valore misurabile e ritorni concreti sull’investimento.4. Normalizzazione delle informazioni Assicurare la coerenza dei dati inseriti nel CRM permette una segmentazione più accurata e strategica dei contatti. Termini equivalenti come “HR”, “H.R.” e “Human Resources” dovrebbero essere accorpati in un’unica nomenclatura coerente, evitando frammentazioni nei filtri e nei report. Conclusione Parlare di data hygiene all’interno del proprio CRM non significa affrontare esclusivamente un tema tecnico, ma interrogarsi sul modello organizzativo e sulla cultura relazionale di un’azienda. La qualità dei dati non dipende soltanto dagli strumenti o dai processi adottati, ma riflette il livello di attenzione e cura dedicato a clienti, prospect, partner e collaboratori interni. Investire nella pulizia dei dati non è semplicemente una scelta operativa orientata all’efficienza ma è una dichiarazione di valore. Significa riconoscere che ogni interazione, per essere rilevante, merita di essere costruita su informazioni affidabili e ottimizzate a seconda dell’interlocutore. Se operate nel B2B e state cercando un supporto per costruire strategie di marketing digitale più efficaci, contattateci per scoprire come rendere ogni azione più mirata, rilevante e orientata ai risultati.

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Buyer Persona o Buyer Moment? Il nuovo modo di intercettare i segnali di acquisto nel B2B tech

Buyer Persona o Buyer Moment? Il nuovo modo di intercettare i segnali di acquisto nel B2B tech

Da anni questo blog vi parla di Buyer Persona come bussola per ogni attività di marketing B2B. Ma oggi, soprattutto nel mondo del software e della tecnologia, quella bussola da sola non basta più. A fare la differenza è il Buyer Moment: il momento specifico in cui un potenziale cliente si trova davanti a una necessità concreta, spesso inattesa, che lo porta ad attivare una ricerca. Indice: Introduzione Come riconoscere i momenti chiave, nel rispetto completo del GDPR Contenuti e campagne che parlano al momento giusto Conclusioni Introduzione Pensiamo a una PMI che decide di cambiare il proprio ERP. Non lo fa perché ha letto un white paper oggi. Lo fa perché qualcosa nel suo business è cambiato: una fusione aziendale, un picco di inefficienze nei flussi, un nuovo CFO più orientato ai dati. In quei momenti, il bisogno emerge con forza, e chi è in grado di intercettarlo — prima dei competitor — conquista un vantaggio enorme. Lo stesso vale per l’adozione dell’AI, tema sempre più caldo: il bisogno non nasce per emulazione, ma quando l’azienda si scontra con limiti operativi chiari. Esempio: il team sales ha bisogno di forecast più precisi, oppure il customer service di un e-commerce fatica a rispondere in tempo utile. Non serve più colpire un target “simile” a chi compra: serve colpire chi sta iniziando a cercare. Non ultimo il contesto legislativo: nuove norme o regolamenti possono obbligare le aziende a introdurre una nuova tecnologia (pensiamo alla fatturazione elettronica, al whistleblowing o all’accessibilità dei siti web, per fare qualche semplice esempio) e scatenare una domanda intensa e repentina. O per fare un esempio di questi giorni, chi sarà soggetto a oscillazioni dei dazi potrebbe voler adottare un software di forecast finanziario, o addirittura di gestione della supply chain, del tutto nuovo – e in fretta! Come riconoscere i momenti chiave, nel rispetto completo del GDPR Nel contesto europeo, identificare i segnali di intent significa lavorare in modo etico e trasparente su informazioni legali. Al posto di piattaforme che profilano senza consenso attivo, oggi possiamo ottenere informazioni preziose tramite strumenti GDPR compliant e basati sull’engagement volontario, oppure usando processi e attori verificati come quelli adottati dal team di Valuelead per i propri clienti. Un esempio classico è l’uso di form interattivi intelligenti, integrati in contenuti di valore: chi scarica una guida sull’efficienza ERP o partecipa a un webinar sull’AI per il CRM sta esprimendo un interesse reale e documentabile. In questo caso si tratta di dati dichiarativi, che offrono insight preziosi nel pieno rispetto della privacy. Utilizzando in parallelo una piattaforma di tracking dell’IP che produce nomi di aziende, strumento ancora sottoutilizzato dalle aziende italiane, si chiude il cerchio raccogliendo anche intenzioni per così dire passive (l’utente non deve fare alcuna azione specifica, ma è protetto dal GDPR). Anche la newsletter può diventare un prezioso strumento di rilevazione, soprattutto se collegata a contenuti ben targettizzati. Chi clicca su un approfondimento tecnico specifico sta lasciando una traccia chiara della sua fase decisionale. Se il consenso è stato raccolto correttamente al momento dell’iscrizione, questi dati possono essere utilizzati per attivare contenuti personalizzati, anche senza cookie o profilazione invasiva. Contenuti e campagne che parlano al momento giusto In uno scenario in cui i segnali vanno raccolti in modo trasparente, la qualità del contenuto torna al centro. Una guida che aiuta a valutare se il proprio ERP è un freno alla crescita, un case study concreto su come un’azienda ha automatizzato il proprio flusso commerciale con l’AI, o ancora una newsletter che propone strumenti pratici per calcolare l’ROI di una tecnologia: tutti questi elementi diventano strumenti per capire chi è davvero pronto. L’advertising specializzato – pensiamo a una campagna Linkedin diretta a chi da poco ha coperto una nuova posizione in quel settore specifico – se ben gestita e ottimizzata rafforzerà il messaggio e stimolerà chi ha un bisogno urgente di conoscere la vostra azienda. Anche le campagne ADV possono essere GDPR friendly ed efficaci. LinkedIn, per esempio, consente targeting basato su job title, settore e contenuti precedentemente visualizzati sulla piattaforma, il tutto con consenso implicito e gestito a livello della piattaforma stessa. In alternativa, le campagne possono essere attivate su segmenti costruiti a partire da interazioni documentate su sito e newsletter, senza necessità di profilazione avanzata. Insomma, anche se in Europa, a differenza per esempio degli Stat Uniti, la raccolta di segnali di “intenzione di acquisto” è più complessa e articolata, ciò non significa che sia impossibile, al contrario, può essere un’attività che vi distingue e fornisce un vantaggio competitivo sui concorrenti. Un buon team di supporto che incroci contenuti, advertising e sistemi software come il nostro tracker, unita alla conoscenza del settore e della sua stagionalità che ogni azienda ha, formano un potente strumento di attivazione. Perché non provare? Conclusioni Nel marketing B2B moderno, la vera rivoluzione non è nel cambiare target, ma nel cambiare tempo. Non basta sapere chi è il tuo cliente: devi capire quando lo diventa. E in Europa, farlo nel rispetto delle regole significa tornare a valorizzare i segnali espliciti, la qualità dei contenuti e la trasparenza delle relazioni. In questo nuovo equilibrio tra strategia e rispetto, chi riesce a parlare nel momento giusto conquista la fiducia — e spesso anche la firma sul contratto. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Il rischio del “Curse of Knowledge” nel mercato B2B

Il rischio del “Curse of Knowledge” nel mercato B2B

Nel marketing B2B le aziende puntano a posizionarsi come leader dimostrando competenza ed esperienza. Tuttavia, il Curse of Knowledge può compromettere l’efficacia della comunicazione. Questo fenomeno si verifica quando chi parla presume che l’interlocutore abbia la stessa familiarità con un argomento, rendendo il messaggio complesso, tecnico e distante anziché chiaro e persuasivo. Come incide nel mercato B2B? In questo articolo analizziamo il suo impatto e le strategie per evitarlo, garantendo una comunicazione accessibile senza perdere autorevolezza. Indice: Cosa significa “Curse of Knowledge” e perché è un problema nel B2B? Come superare il Curse of Knowledge nella comunicazione B2B Conclusioni Cosa significa “Curse of Knowledge” e perché è un problema nel B2B? Il termine “curse of knowledge” è stato introdotto negli studi di psicologia cognitiva per descrivere la difficoltà, da parte degli esperti, di mettersi nei panni di chi non possiede le stesse conoscenze. Una volta acquisita una competenza, diventa difficile ricordare come fosse il processo di apprendimento prima di averla. Nel marketing B2B questo si traduce in: Creare contenuti tecnici che risultano poco accessibili ai non specialisti. Produrre presentazioni aziendali dense di acronimi e termini complessi più focalizzate sulle funzionalità anziché sui benefici concreti. Inserire call to action che non comunicano immediatamente il valore offerto. Un errore comune è pensare che mostrare competenza renda automaticamente più credibili e persuasivi. Tuttavia, se il messaggio non è chiaro, il valore del prodotto o servizio potrebbe non emergere pienamente. Come superare il Curse of Knowledge nella comunicazione B2B Per evitare di allontanare il pubblico con una comunicazione troppo tecnica, ecco alcune strategie pratiche: 1) Parlare di benefici e non solo di caratteristiche Un errore frequente nel marketing B2B è concentrarsi sulle specifiche tecniche senza evidenziare i vantaggi concreti per il cliente. È preferibile evitare formulazioni come “Brand Booster è una piattaforma  di Employee Brand Advocacy progettata da Bewe che utilizza AI, gamification e analytics predittivi per ottimizzare la condivisione dei contenuti, aumentare l’engagement e misurare l’impatto con KPI avanzati” e invece optare per un messaggio più orientato ai benefici, come “Con Brand Booster pubblichi contenuti con un solo click, aumentando l’autorevolezza del tuo brand e raggiungendo un pubblico più ampio”. Questo esempio dimostra che dare priorità all’impatto sul business del cliente, anziché concentrarsi esclusivamente sulla tecnologia, rende il messaggio più semplice e comprensibile. 2) Usare metafore e analogie per rendere chiari i concetti complessi Il modo migliore per rendere comprensibile un concetto tecnico è associarlo a immagini familiari attraverso analogie.  Ad esempio, anziché spiegare nel dettaglio il funzionamento di un software di gestione dati basato su cloud, si può descriverlo come una “cassaforte digitale sempre accessibile, che protegge e organizza le informazioni aziendali senza il rischio di smarrimenti o duplicazioni”.  Questo approccio facilita la comprensione anche per un pubblico non tecnico, rendendo il messaggio più efficace. Quando si comunica un concetto complesso, trovare un paragone con situazioni quotidiane aiuta a trasmettere l’obiettivo della comunicazione e rendere il concetto più comprensibile. 3) Adattare il linguaggio all’interlocutore Non tutti gli stakeholder possiedono lo stesso livello di conoscenza, quindi è fondamentale adattare la comunicazione in base al pubblico di riferimento.  I contenuti destinati ai tecnici devono essere approfonditi e dettagliati, mentre per i decisori aziendali è più efficace un approccio orientato ai risultati, attraverso case study e report analitici. Personalizzare il linguaggio e il formato dei contenuti in base al grado di familiarità del destinatario con il tema consente di trasmettere il valore in modo persuasivo. 4) Rileggere i contenuti con uno sguardo da “esterno” Chi scrive un contenuto tecnico spesso non si rende conto della sua complessità. Un metodo efficace per valutarne la chiarezza è sottoporlo a una persona esterna al settore e verificare se il messaggio risulta comprensibile.  Per affinare ulteriormente il testo, è utile seguire una checklist che aiuti a valutare alcuni aspetti:  “Il valore è immediatamente chiaro?” “Il linguaggio è accessibile anche a chi non ha competenze specifiche?” “Ci sono termini tecnici che possono essere semplificati senza perdere precisione?” “Questa analisi consente di rendere la comunicazione più efficace e fruibile per un pubblico più ampio?” 5) Equilibrare competenza e semplicità per costruire autorevolezza Semplificare la comunicazione non compromette la credibilità, anzi, rafforza l’autorevolezza del brand. Le aziende che riescono a rendere accessibili concetti complessi vengono percepite come più affidabili e competenti.  Ad esempio, brand come Apple e HubSpot, hanno costruito la loro leadership grazie a una comunicazione chiara, efficace e orientata ai benefici senza rinunciare alla solidità tecnica. Conclusioni Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Esiste la customer experience B2B?

Esiste la customer experience B2B?

Esiste la customer experience (o CX) nel B2B? Assolutamente sì, e serve per aumentare le probabilità di chiusura di un contratto. Un’esperienza cliente ben strutturata non solo favorisce la chiusura, ma può anche trasformare i clienti in ambasciatori del brand o del prodotto o servizio. In questo articolo, esploriamo strategie avanzate per migliorare la CX nel B2B. Indice: Perché le PMI non devono trascurare la customer experience nel B2B  B2B customer experience Digitale: l’importanza di un’esperienza fluida e omnicanale Vantaggi di avere una CX nel B2B Conclusioni Perché le PMI non devono trascurare la customer experience nel B2B Le PMI possono offrire un’esperienza cliente paragonabile a quella dei grandi brand dell’e-commerce: oggi, grazie all’AI anche le piccole e medie imprese possono creare esperienze su misura, migliorando la CX senza pesare troppo sul budget. Per le PMI serve garantire la raggiungibilità attraverso diversi canali, offrendo ai clienti risposte precise e tempestive. È importante poi avere un sito web ben strutturato, veloce e facile da navigare, per consentire agli utenti di trovare immediatamente ciò che cercano e comunicare un’immagine professionale, di qualità. Infine, ascoltare con attenzione le esigenze specifiche dei clienti, fornendo risposte mirate e autentiche, consente alle PMI di creare legami più solidi e aumentare la fedeltà dei clienti nel tempo. B2B customer experience Digitale: l’importanza di un’esperienza fluida e omnicanale Oggi i potenziali buyer si aspettano di interagire con i brand attraverso molteplici canali, digitali e fisici, scegliendo il più comodo per le loro specificità. Secondo uno studio di Gartner (Gartner Keynote: B2B Sales Must Focus on Seller-Assisted Digital Experiences), il 43% dei clienti B2B preferirebbe non dover interagire direttamente con un rappresentante commerciale durante il processo d’acquisto. Questo dato mette in luce un cambiamento significativo nelle abitudini d’acquisto, indicando una preferenza crescente verso approcci autonomi e digitalizzati. Le aziende B2B di successo rispondono a queste nuove esigenze offrendo esperienze digital-first, eliminando ostacoli e creando percorsi d’acquisto lineari e intuitivi. Investire in una strategia omnicanale ben integrata consente di soddisfare le aspettative dei clienti, migliorare l’engagement e massimizzare le opportunità di crescita del business. Vantaggi di avere una CX nel B2B Le PMI che investono strategicamente nella customer experience riescono a colmare eventuali lacune, ottenendo significativi vantaggi competitivi: Riduzione del churn: una buona customer experience evita frizioni, riducendo il rischio che i clienti abbandonino. Maggiore customer satisfaction: quando l’esperienza cliente è positiva e risponde alle aspettative, aumenta la probabilità che i clienti continuino la collaborazione nel tempo. Aumento della retention: mantenere un cliente B2B soddisfatto è economicamente più vantaggioso rispetto all’acquisizione di nuovi clienti, con un impatto diretto sulla redditività. Miglioramento della reputazione del brand: un’esperienza cliente coerente e ben curata rafforza l’immagine aziendale, generando fiducia e autorevolezza. Crescita del business: un cliente soddisfatto si trasforma facilmente in un promotore naturale del brand, generando opportunità di business aggiuntive grazie al passaparola positivo. Garantire che i prospect ricevano le informazioni corrette nel momento più opportuno e che i clienti ricevano supporto è importante per differenziarsi e favorire la crescita. Conclusioni Migliorare la customer experience nel settore B2B richiede un approccio strategico e integrato, focalizzato sulla comprensione profonda delle esigenze dei clienti, sulla personalizzazione delle interazioni e sull’adozione di tecnologie avanzate. Implementando queste strategie, le aziende possono costruire relazioni più solide e durature, distinguendosi in un mercato competitivo.Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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La next gen delle Buyer Persona B2B: come conquistarla?

La next gen delle Buyer Persona B2B: come conquistarla?

Ti sei mai chiesto se le tue strategie di marketing B2B sono realmente allineate alle aspettative delle buyer persona di oggi e domani? La nuova generazione di decisori, cresciuta nell’era digitale, ha maturato aspettative molto alte in termini di esperienza, contenuti e coinvolgimento. In questo articolo ti suggeriamo indicazioni pratiche per adattare le tue strategie di digital marketing B2B a queste nuove esigenze, migliorando così l’efficacia delle tue campagne e aumentando la fidelizzazione dei clienti. Indice: Coinvolgi i tuoi clienti in ogni fase del percorso d’acquisto Sfrutta al massimo i tuoi dati: volume e valore Perché è importante saper utilizzare Google Trends nel B2B Punta sul video per restare nella mente dei clienti Conclusioni Coinvolgi i tuoi clienti in ogni fase del percorso d’acquisto Secondo una ricerca condotta da Bain & Company e Google, il 92% degli acquirenti B2B ha già una lista di fornitori preferiti prima ancora di iniziare il processo d’acquisto, sottolineando così l’importanza di costruire sin da subito consapevolezza e fiducia nel tuo brand. Ecco perché oggi il percorso d’acquisto nel B2B è più complesso che mai: coinvolge numerosi decisori (in media 17 persone per ogni decisione importante, nelle aziende più grandi) ed è caratterizzato da interazioni multiple su diversi canali. È fondamentale che tu sappia intercettare e coinvolgere ciascuno di questi stakeholder. Non limitarti alle classiche piattaforme professionali, ma sfrutta canali alternativi e crea contenuti che possano raggiungere gli utenti in vari momenti della loro giornata, anche quelli meno convenzionali. Cura ogni touchpoint come una parte essenziale del percorso, offrendo contenuti personalizzati che parlino direttamente ai bisogni specifici del decisore. Leggi il nostro articolo con i consigli per integrare marketing online e offline per il B2B Sfrutta al massimo i tuoi dati: volume e valore Le aziende B2B raccolgono spesso grandi quantità di dati attraverso interazioni online, CRM e vendite offline. La chiave è saper utilizzare questi dati in modo efficace. Un esempio concreto arriva dall’azienda MVF, specializzata in lead generation: analizzando oltre un milione di lead, MVF ha creato un sistema di scoring delle opportunità di vendita basato su interazioni online e risultati offline. Questa strategia ha permesso di individuare rapidamente i clienti più promettenti, migliorando la qualità dei lead del 45% e aumentando del 37% il ritorno sugli investimenti pubblicitari. Anche la tua azienda può adottare strategie simili, combinando l’analisi dei dati con soluzioni di intelligenza artificiale per ottimizzare le campagne pubblicitarie. In Valuelead abbiamo già in azione vari programmi in questo senso con risultati apprezzabili. Leggi anche: Personalizzazione nel B2B: automazione e AI per parlare davvero con ogni cliente Perché è importante saper utilizzare Google Trends nel B2B Comprendere le tendenze di ricerca del proprio settore è fondamentale per anticipare le esigenze dei clienti e adattare le strategie aziendali. Google Trends offre dati preziosi sulle variazioni dell’interesse degli utenti nel tempo, permettendo alle aziende di identificare opportunità emergenti e di pianificare campagne mirate. Ad esempio, monitorando l’aumento delle ricerche relative a una specifica tecnologia o soluzione, un’azienda può decidere di sviluppare nuovi prodotti o servizi in linea con la domanda del mercato.​ Questo strumento è particolarmente utile per diverse figure professionali nel settore B2B:​ Responsabili marketing: possono analizzare le tendenze per sviluppare campagne pubblicitarie più efficaci e pertinenti.​ Analisti di mercato: hanno la possibilità di monitorare l’evoluzione degli interessi nel settore, fornendo insights strategici per l’azienda.​ Sviluppatori di prodotto: possono identificare le esigenze emergenti dei clienti e orientare lo sviluppo di nuove soluzioni.​ Il sapiente utilizzo di Google Trends nel B2B consente alle aziende di aumentare la competitività, adattandosi rapidamente alle mutevoli dinamiche del mercato e rispondendo in modo proattivo alle esigenze dei clienti. Punta sul video per restare nella mente dei clienti Infine, citiamo il video marketing che non è più una scelta opzionale quando si parla di B2B: oggi il 65% dei buyer dichiara di essere stato influenzato da video su YouTube prima di una decisione d’acquisto. Puoi usare il video per raccontare storie autentiche, dimostrare prodotti, o condividere testimonianze di clienti soddisfatti. Questo formato, altamente coinvolgente e versatile, permette di veicolare messaggi complessi in modo chiaro e diretto. Collaborare con influencer o esperti del settore può ulteriormente amplificare il tuo messaggio, raggiungendo audience più ampie e aumentando la fiducia nel tuo brand. Ma non perdiamo mai di vista la distribuzione accurata e misurata e il tracciamento con strumenti come il nostro YourWOO: bene il contenuto che coinvolge, ma deve coinvolgere le persone giuste a un costo adeguato e sostenibile. Conclusioni Le aziende hanno bisogno di adattarsi al cambiamento costante in atto nel marketing B2B. Con la nuova generazione di Buyer Persona, adottando una comunicazione più autentica, sfruttando dati e intelligenza artificiale, e integrando contenuti video efficaci nelle tue strategie, puoi creare un percorso di acquisto coinvolgente e memorabile. Le aziende che comprenderanno e applicheranno rapidamente queste nuove modalità saranno in grado di conquistare e fidelizzare i loro potenziali clienti, guadagnando un vantaggio competitivo determinante. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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I segreti della deliverability nel 2025

I segreti della deliverability nel 2025

Inviare email a freddo è ancora uno dei metodi più efficaci per contattare lead nel B2B, ma se non segui le giuste pratiche rischi che il tuo messaggio finisca direttamente nello spam. Il successo di una campagna di cold email non dipende solo dal contenuto del messaggio, ma anche da una serie di fattori tecnici e strategici. In questo articolo, ispirato alla ricerca di Reply.io “2024 Cold Email Deliverability”, vedremo le migliori pratiche per massimizzare la deliverability e ottenere risposte rilevanti dai tuoi prospect. Indice: Warm-up del dominio e della casella SPF, DKIM e DMARC Volume di invio e frequenza Contenuto e struttura del messaggio Qualità dei contatti e bounce rate Conclusioni Warm-up del dominio e della casella Per cominciare, è essenziale dedicare un minimo di tempo a “invecchiare” il proprio dominio, soprattutto se registrato da poco, e a scaldare le caselle di posta. Nei primi 14-30 giorni dalla creazione di un dominio, conviene evitare invii massicci. Statisticamente, chi invia più di 200 email al giorno già nella prima settimana rischia abbassare notevolmente le probabilità di arrivare in inbox, portando a tassi di apertura inferiori al 20%. Se invece mantieni un ritmo graduale, per esempio 10-20 email al giorno nella seconda settimana e 50-70 al giorno intorno alla terza, puoi ottenere open rate stabili attorno al 30–40%. Per Gmail e Outlook, è consigliabile scrivere manualmente una ventina di email a colleghi o contatti fidati nelle prime due settimane, raccogliendo risposte reali che migliorano la reputazione presso il provider. È “giusto e qualificato” il traffico di aziende a cui stai per mandare le tue cold email? Scopri cos’è e come ottenerlo! SPF, DKIM e DMARC I record SPF, DKIM e DMARC servono a certificare l’origine delle tue email. In base ai dati analizzati su migliaia di email, l’assenza di un setup completo di autenticazione può ridurre i tassi di apertura del 15-20% e aumentare il rischio di essere segnalati come spam. Se configurati correttamente, migliorano la fiducia di Google, Microsoft e altri provider. Importante inserire foto e numero di telefono nella casella (soprattutto in Google Workspace), poiché aumenta la percentuale di deliverability di qualche punto percentuale. Volume di invio e frequenza Secondo analisi interne su migliaia di messaggi, inviare quotidianamente fra 20 e 100 email per casella garantisce buoni open rate (35-50%) e abbassa la probabilità di superare lo 0,3% di spam report tollerato da Google. Superare 150-200 email al giorno può ancora funzionare, ma solo se il dominio è “invecchiato” (meglio se oltre 3 mesi dalla creazione) e la lista è pulita. Inoltre, intervallare le email di 180-300 secondi l’una dall’altra aiuta a sembrare più “umani”: con un ritardo medio di 3 minuti, in 8 ore di lavoro mandi 160 email totali, restando entro soglie sicure. Nell’impostare le sequenze, distanziare di 4-6 giorni il secondo invio ai contatti che non rispondono e attendere 10-14 giorni prima della terza comunicazione. Sequenze troppo aggressive (es. 5 email in 5 giorni) alzano il rischio di segnalazioni negative. Contenuto e struttura del messaggio Un singolo termine considerato spam (come “sconto” o “offerta imperdibile”) può portare a un calo di apertura dal 70% al 30% in pochi giorni. Conviene preferire formule neutre, testo semplice e, se vuoi tracciamenti, usare un link brandizzato associato al tuo dominio. Le email puramente in plain text (senza immagini o tracciamenti invasivi) possono aumentare i tassi di risposta fino al 100% rispetto a quelle con tracking su ogni clic e apertura. Anche la personalizzazione massiccia (variando frasi e parole chiave) riduce la ripetitività del template e rende più difficile ai filtri antispam catalogare il tuo invio come “bulk”. A proposito di personalizzazione nel B2B, sapevi che oggi con AI e automazioni è più semplice farlo? Leggi il nostro articolo! Qualità dei contatti e bounce rate Un elenco di contatti obsoleto innalza il bounce rate oltre il 5%, soglia critica oltre la quale i provider considerano il mittente poco affidabile. Prima di spedire, verificare le email (validazione) può abbassare il tasso di rimbalzo al 2-3%. Gli indirizzi generici (info@, sales@) e soprattutto gli indirizzi personali (@gmail.com, @hotmail.com) spesso portano a segnalazioni di spam o a email ignorate. Se la tua campagna supera il 5% di bounce rate, è necessario ripulire la lista, rimuovendo gli invalidi e i catch-all troppo rischiosi. Leggi come passare dalla cold mail alla vendita secondo Valuelead, leggi l’articolo!  Conclusioni Seguendo questi accorgimenti, puoi stabilizzare le tue campagne di cold email B2B intorno a open rate del 30-40% e reply rate oltre il 3-5%, senza incorrere in blocchi o segnalazioni sistematiche. I passi chiave consistono nel dedicare almeno 2-4 settimane al warm-up del dominio e della casella, nell’autenticare correttamente SPF/DKIM/DMARC, nel mantenere un volume di invio progressivo entro 100 email al giorno e nel curare con attenzione la qualità del testo. Così facendo, ti assicurerai una strategia sostenibile nel tempo, senza picchi di spam e con un flusso continuo di lead interessati. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Personalizzazione nel B2B: automazione e AI per parlare davvero con ogni cliente

Personalizzazione nel B2B: automazione e AI per parlare davvero con ogni cliente

Immagina di ricevere due email dalla stessa azienda: la prima è generica, come se fosse stata inviata a una lista infinita di contatti; la seconda, invece, si rivolge a te con il tuo nome, fa riferimento alla tua attività, alle pagine che hai visitato o alle tue interazioni. Quale delle due ti convincerà maggiormente a proseguire la lettura? La risposta è scontata. La personalizzazione è ormai uno strumento fondamentale, soprattutto in ambito B2B, dove i processi decisionali sono più complessi e gli interlocutori ricercano relazioni autentiche con i fornitori. Grazie ai progressi nelle tecnologie di automazione e nell’intelligenza artificiale (AI), oggi è molto più semplice creare messaggi tarati sulle esigenze specifiche di ciascun cliente. Indice: Perché la personalizzazione è cruciale nel B2B L’impatto dell’automazione e dell’AI Esempi pratici di personalizzazione B2B Conclusioni Perché la personalizzazione è cruciale nel B2B La personalizzazione non è solo una questione di “ciao, [Nome]” nell’oggetto di una mail. Nel contesto B2B, i processi di acquisto coinvolgono più decisori, con ruoli e priorità differenti. Riuscire a indirizzare il messaggio giusto, alla persona giusta, nel momento giusto, può fare la differenza tra concludere un affare o essere ignorati. Infatti, una comunicazione su misura aumenta l’engagement e consolida la credibilità, dando all’interlocutore proprio le informazioni che cerca senza percepire la classica “pubblicità generica” che spesso fa perdere tempo. Nell’era dell’hyper-personalization, l’analisi dei dati (storico degli acquisti, comportamenti online, preferenze dichiarate o rilevate) diventa la base per creare contenuti dinamici e automatici, capaci di aggiornarsi in tempo reale. È un approccio “context-aware”, che tiene conto di dove si trova l’utente, di quale dispositivo utilizza e di quale sia lo step del processo d’acquisto. Grazie all’AI e all’automazione, si può passare da una “personalizzazione di massa” a una vera e propria comunicazione uno-a-uno, mettendo il cliente al centro. L’impatto dell’automazione e dell’AI Gli strumenti commerciali con automazione marketing e intelligenza artificiale semplificano la segmentazione approfondita del pubblico e consentono di creare workflow di nurturing personalizzati, che possono includere email, sms, notifiche push, contenuti social e retargeting dinamico. Un sistema di AI avanzato è in grado di analizzare e prevedere i comportamenti dei singoli interlocutori, così da offrire a ciascuno il contenuto più adatto al momento giusto.  Ecco un esempio di testo generico vs. testo personalizzato. Testo generico Oggetto Email: Nuove opportunità per la tua aziendaCorpo Email:Salve,siamo lieti di informarvi che i nostri nuovi servizi potrebbero aiutare il vostro business a crescere. Se volete saperne di più, contattateci. Cordiali saluti,Azienda X Testo personalizzato Oggetto Email: [Nome], potenzia la tua strategia di marketing nel settore [SettoreCliente]Corpo Email:Ciao [Nome],ho visto che la tua azienda è in rapida espansione nel settore [SettoreCliente] e che recentemente avete lanciato un nuovo prodotto nel campo [CampoProdotto]. Congratulazioni! In base alle ultime interazioni sul nostro sito, sembrano interessarti soluzioni di marketing automation su misura. Abbiamo alcune best practice e un’offerta speciale pensata proprio per realtà come la tua. Ti andrebbe di discuterne in una breve call di 15 minuti la prossima settimana? A presto,[Tuo Nome]Azienda X – Business Development Manager La differenza è evidente. Il primo messaggio è asettico e generico. Il secondo, invece, è un vero esempio di comunicazione one-to-one: parte dai dati del destinatario e mira a coinvolgerlo, proponendo un’azione concreta. Scopri perchè avere un approccio audience-centred sui contenuti aiuta nel nostro articolo! Esempi pratici di personalizzazione B2B Retargeting personalizzato sui social e nei motori di ricerca: alcuni tool basati su AI (come www.retargeted.ai) permettono di collegare le interazioni sul tuo sito o con le tue email a piattaforme di advertising come LinkedIn o Google. Se, ad esempio, un potenziale cliente ha visionato la tua pagina dedicata alle “Soluzioni per l’Industria 4.0”, puoi mostrargli un annuncio specifico su LinkedIn che ne sottolinea i benefici tecnici, mentre a chi ha scaricato un eBook incentrato sui vantaggi economici proporrai un annuncio diverso, focalizzato sull’ottimizzazione dei costi. Questo meccanismo di retargeting dinamico, potenziato dall’AI, incrementa la rilevanza del messaggio e di conseguenza aumenta la probabilità di conversione. Segmentazione predittiva e lead scoring avanzato: l’AI può analizzare comportamenti e dati storici degli utenti, come visite a determinate pagine del tuo sito, apertura di email, partecipazione a webinar e download di white paper. Incrociando queste informazioni con modelli predittivi, la piattaforma di marketing automation genera punteggi di lead scoring più accurati, suggerendo in tempo reale chi è davvero “caldo” e pronto ad approfondire o acquistare. In questo modo, puoi creare segmenti molto specifici (ad esempio, chi ha interagito con un contenuto “tecnico” contro chi ha dimostrato maggiore interesse ai vantaggi di business) e proporre messaggi altamente personalizzati. Email di follow-up con contenuti dinamici: spesso il ciclo di vendita B2B si allunga per settimane o addirittura mesi, e il follow-up è essenziale per mantenere vivo l’interesse. L’AI consente di generare email di follow-up che cambiano automaticamente i contenuti a seconda delle azioni compiute dal destinatario. Se qualcuno ha partecipato a un webinar sul tema “Automazione industriale” e poi ha visitato la pagina dei prezzi, il follow-up può includere un elenco di best practice sull’implementazione della tua soluzione. Se invece l’utente non ha aperto l’email precedente, potrebbe ricevere un reminder con un oggetto più intrigante e un breve video di approfondimento. Scopri altri tool AI che trovi gratuitamente online, li abbiamo segnati tutti nel nostro articolo su Newsletter e AI!  Conclusioni La personalizzazione, in realtà, è un concetto ormai superato da quello di hyper-personalization, resa possibile da tecnologie di automazione e intelligenza artificiale sempre più accessibili. Questo approccio permette alle aziende B2B di emergere in un mare di comunicazioni generiche e poco mirate. Per compiere i primi passi in questa direzione, è fondamentale verificare di disporre di dati affidabili sui propri clienti, scegliere collaboratori che utilizzano piattaforme di marketing automation e AI adatta alle proprie esigenze, così da mantenere coerenza tra la comunicazione marketing e le interazioni commerciali. Iniziare a sperimentare con piccoli test e valutare i risultati consente di migliorare progressivamente la strategia. Molti si chiedono quali siano i principali ostacoli all’implementazione della personalizzazione e se abbiano già segmentato i propri

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Consigli per integrare marketing online e offline per il B2B

Consigli per integrare marketing online e offline per il B2B

Marketing digitale o marketing offline? Oggi più che mai, il confine tra online e offline è sempre più sottile: con l’avvento di nuove tecnologie e piattaforme, le aziende che organizzano fiere, workshop o incontri dal vivo devono saper sfruttare a pieno le possibilità del digital marketing. Se stai pianificando un evento in autonomia (o collaborando con enti e gestori esterni), integrando strategie online efficaci, puoi amplificare la visibilità dell’evento, ottenere contatti qualificati e mantenere alta l’attenzione dei partecipanti nel tempo. Ecco di seguito alcuni consigli pratici per integrare al meglio le campagne digitali con i tuoi eventi offline. Indice: Pianifica la raccolta di contenuti (e le liberatorie) sin dall’inizio Valorizza i contenuti offline sul digitale (e viceversa) Collabora con partner, enti e gestori per ampliare la tua reach Attira (e intrattieni) i visitatori con CTA e vantaggi esclusivi Utilizza la tecnologia (anche immersiva) per arricchire l’esperienza Non dimenticare il follow-up (e la lead nurturing) Conclusioni Pianifica la raccolta di contenuti (e le liberatorie) sin dall’inizio Sia che tu voglia scattare foto da postare in tempo reale, registrare video o mandare comunicazioni successivamente, è essenziale predisporre in anticipo: Liberatorie: assicurati di raccogliere le firme necessarie dai partecipanti, in modo da poterne utilizzare i contatti per fini promozionali. Piani editoriali: stabilisci quali contenuti vuoi produrre (interviste, foto degli stand, interventi dei relatori, ecc.) e definisci quando e come pubblicarli sui tuoi canali (live o post-evento). In questo modo, la creazione di contenuti non sarà improvvisata, ma parte di una strategia ben definita per promuovere il tuo brand e il tuo evento. Valorizza i contenuti offline sul digitale (e viceversa) Un evento dal vivo, ricco di momenti di confronto e networking, è un’ottima fonte di materiale da sfruttare online. Allo stesso tempo, una solida presenza digitale può anticipare o rafforzare le interazioni che avverranno di persona. Per esempio: Prima dell’evento: utilizza i canali social, il blog aziendale o una campagna di advertising online per creare attesa e interesse. Condividi teaser, anticipa i temi e i relatori, invita il pubblico a iscriversi, fissare appuntamenti o partecipare a eventuali workshop durante la fiera. Durante l’evento: crea sessioni Q&A in diretta su LinkedIn o Facebook, incoraggia i partecipanti a usare un hashtag ufficiale e a taggarti nei loro post. Se hai la possibilità di inserire esperienze di metaverso o realtà aumentata, rendi facile l’accesso con QR code nei pressi degli stand. Dopo l’evento: raccogli foto, citazioni e video-clip dei momenti più salienti. Trasforma queste risorse in post da pubblicare sui social o nel tuo sito. Potrai anche riutilizzare parte del contenuto per webinar, whitepaper o casi studio. Tutto questo aumenta la percezione del valore dell’evento e contribuisce a mantenere viva la conversazione anche quando l’evento è terminato. Leggi il nostro articolo su come organizzare un webinar di qualità! Collabora con partner, enti e gestori per ampliare la tua reach Spesso, le aziende organizzano fiere o eventi in collaborazione con enti o location specializzate. Non sottovalutare l’importanza di: Ottenere le liste dei partecipanti: se possibile, chiedi liste di aziende potenzialmente interessate a cui mandare la comunicazione. In alternativa, organizza una landing page condivisa dove i partecipanti si registrano. Sarà utile per creare campagne di email marketing mirate, inviare reminder e follow-up personalizzati. Coinvolgere terze parti: invita chi gestisce gli spazi, chi sponsorizza l’evento o i relatori più influenti a condividere contenuti sui propri canali social. Un articolo, una testimonianza o un semplice post creato da figure chiave possono dare grande visibilità all’evento. Predisporre un follow-up: dopo l’evento, invia una mail di ringraziamento ai partecipanti, chiedi feedback, proponi materiali aggiuntivi e incoraggia la continuità del dialogo (ad esempio, invitandoli a iscriversi alla tua newsletter aziendale). Questa sinergia ti permette di sfruttare i contatti e la credibilità di altri attori, aumentando notevolmente la tua copertura e il tuo impatto. Attira (e intrattieni) i visitatori con CTA e vantaggi esclusivi Durante una fiera o un workshop dal vivo, il tempo è limitato e le distrazioni sono tante. Ecco alcune idee per rendere il tuo stand (o la tua presenza) più coinvolgente: Codici promozionali: crea un codice unico che i partecipanti possano “riscattare” (ad esempio, sul tuo sito o presso lo stand) per ottenere uno sconto, un gadget o un contenuto speciale. Prenota il tuo time: se il tuo evento prevede consulenze, dimostrazioni pratiche o sessioni one-to-one, offri la possibilità di prenotare online l’orario preferito. Ciò riduce le code allo stand e fornisce dati utili anche per future analisi. Spazi di iscrizione immediata: predisponi tablet o postazioni digitali dove i visitatori possano iscriversi direttamente alla tua newsletter o richiedere materiale specifico. Facilita questo passaggio con form brevi e invoglianti (meno campi da compilare, più iscrizioni completate). In questo modo, massimizzi l’opportunità di conquistare contatti qualificati e rendi il tuo evento più memorabile. Utilizza la tecnologia (anche immersiva) per arricchire l’esperienza Un trend sempre più diffuso è quello di offrire, negli eventi offline, esperienze virtuali o interattive. Ad esempio: Metaverso e Realtà Aumentata: puoi creare una demo del tuo prodotto in versione 3D interattiva, accessibile tramite QR code. I partecipanti, scansionandolo, possono visualizzare il prodotto “in scala reale” o vivere un’esperienza personalizzata, senza i limiti fisici di uno stand affollato. App dell’evento: un’app dedicata, o semplicemente una sezione del tuo sito ottimizzata per l’uso da smartphone, può guidare i partecipanti attraverso il programma, gli espositori e i contenuti extra. Aggiungi funzionalità di chat o networking per farli interagire anche digitalmente. Gamification: proponi quiz o mini-giochi legati ai tuoi servizi/prodotti. Un semplice questionario con premi o punteggi può stimolare ulteriormente la partecipazione e la raccolta di dati di profilazione. Grazie a questi strumenti, l’evento diventa un’esperienza unica e memorabile, capace di mantenere la tua azienda in evidenza anche oltre la durata fisica dell’incontro. Non dimenticare il follow-up (e la lead nurturing) L’ultima fase, ma non per questo meno importante, è il follow-up: spesso le aziende si concentrano molto sull’organizzazione dell’evento e poi trascurano di coltivare i contatti acquisiti. Subito dopo l’evento: Invia una comunicazione di ringraziamento: personalizza il messaggio in base all’interazione

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Da zero a 100 nella pipeline di una startup: un case study di Valuelead

Da zero a 100 nella pipeline di una startup: un case study di Valuelead

Quando si parla di marketing B2B, costruire una pipeline efficace da zero può sembrare un’impresa titanica. In questo articolo vogliamo raccontarti come, attraverso una strategia su misura, siamo riusciti a far crescere in pochi mesi da zero a quasi 500 opportunità di vendita la pipeline di una startup SaaS nel settore dell’influencer marketing B2B. Pur non citando nomi, condivideremo il nostro processo e le best practice che possono ispirare anche il tuo progetto. Indice: La sfida: partire da zero in un mercato competitivo La strategia: content marketing, advertising, CRM e lead generation I risultati: da zero a 400+ sales opportunities Email marketing e gestione CRM Conclusioni La sfida: partire da zero in un mercato competitivo Quando siamo stati contattati da un’azienda SaaS nel campo dell’influencer marketing B2B, la loro esigenza era chiara: costruire una pipeline solida e scalabile per il loro team di vendita. La situazione iniziale era caratterizzata da disorganizzazione interna, con processi di vendita e marketing non strutturati e un budget marketing insufficiente. A queste difficoltà si aggiungevano limitazioni finanziarie che ostacolavano investimenti mirati e strategici.Il nostro obiettivo era chiaro: trasformare una realtà frammentata e con poche risorse in una struttura organizzata e performante, capace di generare risultati tangibili e scalabili, ottimizzando ogni risorsa disponibile. La strategia: content marketing, advertising, CRM e lead generation Abbiamo deciso di seguire un approccio strutturato, focalizzandoci su tre pilastri fondamentali: Un piano di content marketing strategico Obiettivo: Aumentare la visibilità del brand e generare lead qualificati. Esecuzione: Abbiamo creato contenuti mirati, inclusi articoli di blog ottimizzati SEO, whitepaper e case study dedicati a risolvere i problemi principali del loro pubblico target.  Campagne ADV su misura Obiettivo: Massimizzare la visibilità del brand in tempi brevi. Esecuzione: Abbiamo implementato campagne pubblicitarie su Google Ads e LinkedIn, segmentate in base a buyer persona e fasi del funnel di vendita. Abbiamo monitorato continuamente i risultati per ottimizzare il rendimento delle ads. Qui una nostra campagna con KPI: Email marketing e gestione CRM Obiettivo: Organizzare i contatti generati e trasformarli in opportunità di vendita. Esecuzione: Abbiamo implementato una strategia di email marketing integrata con il CRM, segmentando i contatti in gruppi specifici per personalizzare la comunicazione.  Lead generation con YourWoo Obiettivo: Migliorare la gestione dei lead e aumentare la pipeline. Esecuzione: Utilizzando YourWoo, abbiamo monitorato la natura delle opportunità di vendite. Segui i consigli dei nostri giornalisti per i tuoi contenuti B2B di successo: leggi l’articolo! I risultati: da zero a 400+ sales opportunities Siamo entrati nel progetto ad aprile, quando l’azienda aveva solo 55 opportunità di vendita attive. A maggio, grazie al nostro lavoro iniziale su content marketing e ADV, le opportunità di vendita sono cresciute rapidamente fino a 212. A giugno, l’inizio dell’attività di e-mail marketing e l’ottimizzazione delle campagne hanno portato il totale delle opportunità a 302. A luglio, la pipeline ha continuato a crescere, raggiungendo 364 opportunità, grazie a un funnel ben strutturato e performante. Ad agosto, con il sistema ormai consolidato, il numero ha toccato quota 416, superando le aspettative iniziali e dimostrando la scalabilità della strategia. Di seguito un esempio delle performance che abbiamo ottenuto durante il progetto, con un grafico che mostra il trend crescente del numero di opportunità di vendite nel tempo.  Leggi il nostro articolo sul traffico “giusto e qualificato” per la lead generation B2B!  Email marketing e gestione CRM Un punto cruciale della strategia è stato l’email marketing integrato con una gestione efficace del CRM. Dalle quasi 500 opportunità di vendita, abbiamo generato 1.776 nuovi contatti (per ogni azienda potenziale cliente abbiamo più referenti da contattare per massimizzare le possibilità di intercettazione) tramite email one-to-one, ADV su LinkedIn e Google, e contact form.  Questi contatti sono stati organizzati in 7 sottogruppi verticali, tra cui PMI, agenzie, fashion e food & beverage, ciascuno con una strategia dedicata. Nel CRM, abbiamo implementato 14 sequenze di contatto personalizzate con 27 template e copy, ottimizzando il nurturing dei lead e portando a 6 meeting demo fissati. Questo approccio ha trasformato un flusso disordinato in una pipeline strutturata e scalabile, supportando direttamente le attività commerciali. Conclusioni sul caso studio Questo progetto rappresenta l’essenza di ciò che fa Valuelead: trasformare difficoltà in opportunità di crescita. Partendo da una situazione in salita, di disorganizzazione e risorse limitate, siamo riusciti a costruire una pipeline scalabile e performante, trasformando una startup SaaS in una macchina ben oliata per continuare la propria lead generation e le vendite. +656% di crescita nelle opportunità di vendita in soli quattro mesi (da 55 a 416). Un aumento del traffico organico del 300%, grazie alla strategia di content marketing mirata. Dalle 400 nuove opportunità di vendita generate, sono stati richiesti 6 meeting demo. Zero sprechi di budget, con una riallocazione intelligente delle risorse per massimizzare ogni euro investito. Il nostro lavoro non si ferma qui. Ogni progetto è un trampolino verso un’evoluzione continua. La pipeline di oggi è solo l’inizio di un percorso di crescita che mira non solo a mantenere questi risultati, ma a superarli costantemente. Perché nel marketing B2B, il successo non è mai statico: è dinamico, scalabile e sempre orientato al futuro. Se anche tu vuoi far crescere la tua impresa B2B e costruire una pipeline di opportunità solida e scalabile, contattaci: saremo felici di studiare una strategia su misura per te.

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Gli articoli di Valuelead più letti del 2024

Gli articoli di Valuelead più letti del 2024

Il 2024 è stato un anno produttivo per il nostro blog. Ogni articolo è nato con l’obiettivo di rispondere a una domanda, risolvere un dubbio o ispirare nuovi approcci nel mondo del marketing e delle vendite. Alcuni contenuti, però, si sono distinti per il loro impatto, diventando i più letti e condivisi dell’anno. Oggi li ripercorriamo insieme e vediamo perché abbiamo scelto di scriverli. Indice: Prepararsi al successo con “Spingi ora il tuo sales & marketing B2B per il Q4” Le competenze che fanno la differenza La verità sul Growth Hacking Marketing Segreti di successo per le newsletter Conclusione Prepararsi al successo con “Spingi ora il tuo sales & marketing B2B per il Q4” Uno degli articoli più performanti è stato “Spingi ora il tuo sales & marketing B2B per il Q4”. Lo abbiamo scritto a settembre, con l’intenzione di supportare professionisti e aziende nel momento più cruciale dell’anno: l’inizio del quarto trimestre. Sapevamo che il Q4 è decisivo per il successo annuale, ed era essenziale fornire consigli pratici e strategie efficaci per massimizzare i risultati. Abbiamo parlato di ottimizzazione dei processi di vendita, gestione del CRM e creazione di offerte mirate per chiudere l’anno al meglio. Leggi l’articolo completo: Le competenze che fanno la differenza Un altro contenuto che ha catturato molta attenzione è stato “Competenze fondamentali richieste nel Marketing e Sales”. Questo articolo nasce dall’osservazione di una tendenza: molti professionisti si chiedevano quali fossero le skill davvero indispensabili per restare competitivi in un settore in continua evoluzione. Con questo contenuto, abbiamo voluto fare chiarezza, delineando le competenze più richieste e offrendo spunti per aggiornarsi e formarsi. Il focus sull’applicazione pratica, accompagnato da esempi concreti, ha fatto sì che questo articolo diventasse una risorsa preziosa per i nostri lettori. Leggi l’articolo completo: La verità sul Growth Hacking Marketing Tra gli articoli più letti c’è stato anche “Accelera il tuo business con il Growth Hacking Marketing”. Questo tema è sempre stato di grande interesse, ma spesso circondato da miti e incomprensioni. Abbiamo voluto fornire una visione chiara e pratica del growth hacking, anche grazie al nostro esperto in materia Davide Rozzoni, spiegando come può trasformare il business anche con budget ridotti. Case study, strumenti utili e strategie replicabili sono stati gli elementi centrali di questo articolo, che ha riscontrato un successo sorprendente, confermando l’interesse per approcci innovativi e fuori dagli schemi. Abbiamo scritto due articoli sul tema Growth Hacking, qui trovi il primo: e qui la seconda parte: Segreti di successo per le newsletter Infine un evergreen, “Strategie vincenti per newsletter di successo” è stato uno degli articoli più apprezzati dai nostri lettori. Le newsletter ancora oggi rappresentano uno strumento importante nel marketing digitale, ma spesso vengono sottovalutate o utilizzate male. Con questo contenuto, abbiamo voluto condividere consigli su come pianificare, scrivere e ottimizzare newsletter che non solo vengono aperte, ma che portano risultati concreti. L’approccio pratico e i suggerimenti basati sulla nostra esperienza diretta hanno reso questo articolo uno dei più utili e rilevanti per il pubblico. Leggi l’articolo sulle newsletter di successo: Ripercorrere questi articoli ci ricorda quanto sia importante ascoltare il nostro pubblico e offrire contenuti che siano realmente utili e applicabili. Ogni articolo rappresenta non solo una riflessione sui trend del momento, ma anche il nostro impegno nel rendere il marketing digitale più accessibile e comprensibile. Siamo grati per la fiducia che ci avete accordato nel 2024 e non vediamo l’ora di continuare a condividere con voi nuove e interessanti idee, strategie e spunti nel 2025. Il team di Valuelead vi augura buone feste e un buon inizio di anno B2B nuovo! Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che per il nuovo anno vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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GDPR e lead tracker: perché puoi fidarti dei fornitori

GDPR e lead tracker: perché puoi fidarti dei fornitori

Negli ultimi anni, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) ha trasformato profondamente il modo in cui le aziende raccolgono, utilizzano e proteggono i dati personali. È naturale chiedersi se i propri dati aziendali siano al sicuro e se sia possibile fidarsi dei fornitori che li gestiscono. La risposta è sì, soprattutto quando ti affidi a professionisti che mettono al primo posto la trasparenza e la sicurezza. Ma perché? Indice: La competenza nel trattamento dei dati Perchè affidarsi a professionisti del settore Non temere le tecnologie: sono al tuo servizio Best practice Conclusione La competenza nel trattamento dei dati Fornitori specializzati nel B2B comprendono profondamente l’importanza dei dati dei propri clienti. Sanno che queste informazioni non sono semplici numeri o nomi, ma rappresentano il cuore delle strategie commerciali. Ecco perché adottano pratiche rigorose per garantire che i dati siano gestiti in modo sicuro, etico e conforme alle normative. Ad esempio, quando lavoriamo con le liste di contatti dei decision-maker di altre aziende, in Valuelead ci assicuriamo che ogni dato sia raccolto e utilizzato nel pieno rispetto del GDPR. Questo significa ottenere il consenso esplicito quando necessario, utilizzare le informazioni solo per gli scopi dichiarati e garantirne la sicurezza attraverso sistemi di protezione avanzati. Un altro motivo per cui affidarsi a fornitori esterni sia una scelta sicura riguarda il processo di generazione e trattamento dei dati. Le agenzie professionali investono in tecnologie e metodologie che assicurano l’accuratezza e la legalità delle informazioni raccolte. Utilizziamo lead tracker e altri strumenti analitici che ci permettono di comprendere meglio le esigenze delle aziende potenziali clienti. Questi strumenti sono progettati per raccogliere solo le informazioni necessarie, evitando dati superflui o invasivi. Inoltre, il loro utilizzo è completamente legale e conforme al GDPR, a condizione che venga segnalato chiaramente sul sito e che gli utenti abbiano la possibilità di gestire le proprie preferenze in materia di cookie. Perchè affidarsi a professionisti del settore Le agenzie di marketing e sales sono costantemente aggiornate sulle ultime normative e best practice in materia di protezione dei dati. Questo le rende partner ideali per le aziende che desiderano espandere il proprio mercato senza incorrere in rischi legali o reputazionali.Affidarsi a professionisti significa anche avere la certezza che ogni campagna, ogni comunicazione e ogni interazione con i potenziali clienti sia condotta nel rispetto delle regole. Questo non solo protegge i dati aziendali, ma contribuisce anche a costruire relazioni di fiducia con gli interlocutori commerciali. Affidarsi a fornitori esterni non solo è sicuro, ma anche un investimento commerciale! Leggi il nostro articolo Non temere le tecnologie: sono al tuo servizio È comprensibile avere qualche timore riguardo all’uso di nuove tecnologie per la raccolta e l’analisi dei dati. Tuttavia, quando queste vengono gestite da esperti del settore, possono offrire enormi vantaggi senza compromettere la sicurezza o la privacy. Ad esempio, i lead tracker ci permettono di identificare le esigenze specifiche dei potenziali clienti aziendali, offrendo soluzioni su misura e aumentando l’efficacia delle campagne di marketing. Il tutto avviene nel rispetto delle normative, con un’attenzione particolare alla trasparenza e al consenso informato. Best practice Nel nostro lavoro, ci assicuriamo sempre che l’uso dei tracker e di altri strumenti sia esplicitato chiaramente sul sito. Forniamo informazioni dettagliate su quali dati vengono raccolti, come e perché. Inoltre, offriamo ai visitatori la possibilità di gestire le proprie preferenze attraverso una gestione dei cookie completa e intuitiva. Queste pratiche non sono solo un obbligo legale, ma rappresentano anche un impegno nei confronti dei nostri clienti e dei loro potenziali interlocutori commerciali. Vogliamo che ogni azienda con cui collaboriamo si senta sicura e supportata, sapendo che i propri dati sono in buone mani. Scegliendo la nostra agenzia, fai una scelta di qualità e sicurezza. Ci impegniamo a trattare i dati della tua azienda con la massima professionalità, applicando le best practice del settore e garantendo sempre la conformità al GDPR.Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Traffico “giusto e qualificato” per potenziare la Lead Generation B2B

Traffico “giusto e qualificato” per potenziare la Lead Generation B2B

Il traffico web come lo conosciamo sta subendo una rivoluzione: non è più una questione di quantità, ma di qualità e precisione strategica. Nel B2B, non basta accumulare visite casuali, è fondamentale connettersi con un’audience realmente interessata e allineata con la proposta unica della tua azienda. Attraverso un’analisi approfondita della tua audience, puoi intercettare gli utenti che contano davvero, trasformando visite in lead qualificati e lead in clienti fidelizzati. È tempo di elevare il concetto di traffico, ecco come avere traffico “giusto e qualificato”. Indice: Perché il traffico qualificato è importante? Le sfide di un traffico non qualificato: esempi reali Ottimizzare il traffico per aumentare la lead generation: strumenti e strategie Conclusione Per traffico qualificato si intende un flusso di visitatori realmente interessati ai prodotti o servizi dell’azienda, che rispecchiano le caratteristiche delle buyer personas e che hanno il potenziale per diventare clienti. Il traffico giusto, invece, si riferisce a un’audience in linea con gli obiettivi strategici, sia attuali che futuri, dell’azienda. Quando queste due componenti si allineano, il risultato non è solo un aumento delle visite, ma una crescita sostenibile della lead generation e delle opportunità di vendita. Tuttavia, quando il traffico non rispecchia il target corretto, può portare a inefficienze, come lead difficili da convertire, una disconnessione tra marketing e sales, e un ritorno sull’investimento limitato. Questo rende cruciale l’analisi e l’ottimizzazione continua del traffico per garantire che ogni visita abbia valore. Perché il traffico qualificato è importante? Senza un allineamento tra il traffico in ingresso e le buyer personas, si rischia di attrarre contatti poco utili, che difficilmente si tradurranno in lead efficaci. In breve, il traffico qualificato permette di: Raggiungere decision-maker rilevanti: Utenti che hanno un ruolo chiave nelle scelte aziendali e un bisogno reale per i servizi offerti. Focalizzarsi su clienti potenziali: Chi visita il sito ha maggiore probabilità di convertirsi in cliente poiché rientra nel target definito. L’analisi del traffico, con strumenti di lead tracking come YourWoo, consente di monitorare chi visita il sito e quanto queste visite riflettano il profilo di cliente ideale​. Le sfide di un traffico non qualificato: esempi reali Diversi scenari aziendali possono mostrare chiaramente i problemi di un traffico non in target. Di seguito alcuni esempi che illustrano perché è essenziale avere un traffico allineato agli obiettivi di business. a) Acquisizione aziendale e disallineamento del traffico Quando un’azienda viene acquisita da un’altra con un diverso posizionamento, il pubblico che continua a visitare il sito potrebbe non essere quello corretto. Il traffico in ingresso, formato da utenti abituati a una strategia precedente, potrebbe rivelarsi poco coerente con la nuova offerta, rendendo necessario un adeguamento della comunicazione. Esempio: Un’azienda acquisita passa da un pubblico di PMI a un target corporate. Il traffico precedente però non riflette questo cambiamento, creando un divario tra visitatori e nuovi obiettivi. b) Pivot strategico e problemi di audience Un cambio di strategia o posizionamento di prodotto può influenzare negativamente la composizione del traffico. Gli utenti potrebbero continuare a provenire da un segmento non più rilevante, portando a un calo nella qualità dei lead. Esempio: Un brand che ha investito nel posizionarsi come leader per la logistica decide di passare a un target industriale avanzato. Il traffico in ingresso però non riflette ancora questa transizione, rallentando la conversione. c) Lamentele dal team di vendita Uno dei primi segnali di un problema di traffico può arrivare dal team sales, che spesso si trova ad affrontare lead non qualificati o difficili da convertire. Se il traffico web non è composto da utenti in target, il processo di vendita diventa inefficace e dispersivo. Esempio: Il team marketing genera molteplici lead, ma i venditori trovano difficile chiudere, poiché i contatti non riflettono il profilo di cliente desiderato, come rilevato attraverso i dati forniti dal lead tracker​. d) Volume di lead elevato ma bassa qualità Un alto volume di lead può sembrare un buon risultato, ma se non sono qualificati, si traduce solo in spreco di risorse. Questo è un segnale chiaro della necessità di una strategia più mirata e di una revisione delle tattiche di targeting per attrarre traffico in linea con il profilo di cliente ideale. Esempio: Una campagna digitale ha portato a centinaia di lead, ma pochi di essi hanno vero potenziale di conversione. Risultato? Maggiore sforzo del team per filtrare i lead e più tempo impiegato per trovare i contatti di valore. Ottimizzare il traffico per aumentare la lead generation: strumenti e strategie Per garantire che il traffico sia effettivamente qualificato, è cruciale implementare strumenti e tecniche che aiutino a mantenere l’audience in target e a migliorare la strategia complessiva. Alcuni approcci utili includono: Utilizzo del modulo Audience Mirror: Questo strumento consente di verificare se il traffico è in linea con le buyer personas definite e di ottenere una panoramica dettagliata delle aziende e dei contatti che visitano il sito​. Content Marketing mirato: Creare contenuti specifici per parole chiave legate al target permette di attrarre i visitatori giusti. Campagne pubblicitarie mirate: La segmentazione degli annunci per interessi specifici aiuta ad aumentare la precisione del traffico. Monitoraggio e adattamento continuo: La qualità del traffico e i dati comportamentali dei visitatori devono essere analizzati regolarmente per garantire l’allineamento con la strategia di posizionamento. Ottenere traffico qualificato è essenziale per migliorare la lead generation e raggiungere risultati concreti. Con strumenti come Audience Mirror e il lead tracker, è possibile monitorare l’efficacia del traffico e fare aggiustamenti mirati per assicurarsi che ogni visitatore abbia il potenziale per diventare un cliente. La chiave è parlare alle persone giuste, aumentando così le possibilità di conversione e la soddisfazione del team di vendita.Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Compatibilità tra traffico e Buyer Persona: ecco Audience Mirror

Compatibilità tra traffico e Buyer Persona: ecco Audience Mirror

Le aziende che ti cercano sono le stesse che vuoi avere come clienti? La corretta identificazione e gestione delle opportunità di vendita è una competenza strategica, ma come distinguere le visite casuali dalle opportunità di reale valore? Rispondendo a queste domande, Valuelead ha sviluppato Audience Mirror, uno strumento di analisi avanzata, pensato per misurare in modo scientifico la compatibilità tra le interazioni sul sito web e la Buyer Persona dell’azienda. Con un approccio data-driven, Audience Mirror e il suo lead tracker permettono di monitorare e qualificare le opportunità in tempo reale, ottimizzando la strategia commerciale e di marketing verso i lead con il maggiore potenziale di conversione. Indice: Cos’è Audience Mirror: un sistema di analisi della compatibilità tra pubblico e Buyer Persona Si parte dal Lead Tracker: tracciare e analizzare le opportunità di vendita Interazioni vs Buyer Persona: l’allineamento dinamico Il vantaggio competitivo dell’Audience Mirror: dal dato al risultato Supporto tecnico e consulenza: un partner per l’implementazione e l’analisi Domande frequenti su Audience Mirror Cos’è Audience Mirror: un sistema di analisi della compatibilità tra pubblico e Buyer Persona Audience Mirror si fonda sul concetto di analizzare il comportamento dei visitatori del sito web per comprendere se il traffico generato e le interazioni sono realmente in linea con il target desiderato. Questo strumento non si limita a misurare il volume delle visite, ma si concentra sulla qualità e rilevanza delle interazioni. Audience Mirror verifica in modo continuo la corrispondenza tra il pubblico del sito e il profilo della Buyer Persona delineato dal team Marketing e Sales, contribuendo così a calibrare il profilo in target, e quindi anche le strategie di marketing, comunicazione e sviluppo prodotto. Si parte dal Lead Tracker: tracciare e analizzare le opportunità di vendita Il lead tracker YourWoo nel sistema Audience Mirror è il componente principale che consente di catturare e analizzare le visite sul sito web, identificando le opportunità di business in tempo reale. YourWOO non si limita a registrare il traffico: traccia il comportamento dei visitatori, fornendo dati come le pagine visitate, il numero di visite, quando è avvenuta la visita, e molto altro. In sintesi, si occupa di identificare, tracciare e qualificare le opportunità di business che emergono sul sito, trasformando il sito web da semplice piattaforma di informazione a risorsa di valore strategico. Interazioni vs Buyer Persona: l’allineamento dinamico Un aspetto cruciale di Audience Mirror è la valutazione dinamica della compatibilità tra interazioni del sito e la Buyer Persona delineata. La Buyer Persona rappresenta il profilo del cliente ideale dell’azienda, descritto attraverso caratteristiche demografiche, comportamentali e di settore (leggi qui il nostro articolo per approfondire l’argomento Buyer Persona!). Audience Mirror implementa un sistema di allineamento dinamico basato su Intelligenza Artificiale per garantire che le opportunità di business intercettate dal lead tracker siano in linea con la Buyer Persona dell’azienda. Questo processo si articola in due fasi principali: Analisi e selezione delle Sales Opportunities rilevanti: Grazie al lead tracker YourWOO, Audience Mirror valuta ogni visita, identificando le opportunità con un reale potenziale commerciale. Vengono selezionate solo le interazioni che presentano caratteristiche compatibili con il profilo ideale dell’azienda, aumentando così la qualità dei lead. Verifica e confronto con la Buyer Persona: Una volta individuate le opportunità rilevanti, queste vengono confrontate con il profilo della Buyer Persona, assicurando che rispecchino il target desiderato. Questa verifica garantisce che le risorse aziendali siano orientate esclusivamente verso lead di alto valore e in linea con gli obiettivi di marketing e vendita. Il vantaggio competitivo dell’Audience Mirror: dal dato al risultato L’utilizzo di Audience Mirror offre un vantaggio competitivo alle aziende B2B, poiché rende possibile non solo monitorare i dati del traffico web, ma anche estrarre insight strategici per potenziare la fase di conversione. Le informazioni raccolte e analizzate dal lead tracker diventano una base solida per prendere decisioni informate, assicurando che il focus aziendale rimanga sui lead più qualificati. L’approccio data-driven di Audience Mirror consente quindi di: Ridurre la dispersione di Risorse: Concentrare gli sforzi sui lead più promettenti, ottimizzando i costi delle campagne pubblicitarie e delle attività di marketing. Migliorare il tasso di conversione: L’accurata selezione delle opportunità riduce il tempo necessario per trasformare un lead in cliente, grazie a interazioni più mirate e rilevanti. Rafforzare la relazione con i clienti Ideali: Audience Mirror consente di sviluppare una strategia di lungo termine, basata su una comunicazione coerente e in linea con le aspettative della Buyer Persona. Supporto tecnico e consulenza: un partner per l’implementazione e l’analisi Per massimizzare il potenziale dell’Audience Mirror, noi di Valuelead offriamo un supporto tecnico continuo tramite un team di specialisti qualificati nell’analisi dei dati e nelle prestazioni web. Questo supporto va dalla fase di onboarding, per facilitare l’integrazione della piattaforma con le risorse aziendali, alla consulenza periodica, con l’obiettivo di ottimizzare la strategia e migliorare i risultati. La partnership continuativa garantisce che l’azienda possa mantenere aggiornata la propria strategia di marketing e acquisizione in risposta ai cambiamenti del mercato e alle nuove esigenze del pubblico target. Domande frequenti su Audience Mirror 1. Sono un’azienda, mi può servire? Assolutamente sì. Audience Mirror è stato progettato per le aziende B2B che vogliono migliorare la qualità del loro processo di acquisizione dei lead. Se desideri attrarre solo le opportunità in linea con il tuo cliente ideale e ottimizzare la strategia di marketing e vendite, Audience Mirror ti permette di capire se il tuo sito e le tue campagne di comunicazione stanno realmente raggiungendo il target giusto. 2. Sono un’agenzia, mi può servire? Sì, Audience Mirror è uno strumento prezioso anche per le agenzie di marketing e comunicazione. Permette di offrire ai clienti un servizio di analisi avanzata del traffico web, qualificazione dei lead e allineamento con la Buyer Persona. Le agenzie possono anche diventare rivenditori della piattaforma, ampliando la propria offerta di servizi, migliorando la qualità delle campagne di acquisizione e fornendo ai clienti report dettagliati sul ritorno dell’investimento. Diventando rivenditori, le agenzie possono così aggiungere valore alla propria proposta e generare nuove opportunità di business. 3. In che modo Audience Mirror può aiutare la mia

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Contenuti B2B di successo: i consigli dei nostri giornalisti

Contenuti B2B di successo: i consigli dei nostri giornalisti

La creazione di contenuti per la buyer persona è una delle parti più delicate e strategiche del B2B: non si tratta solo di pubblicizzare un prodotto o un servizio, ma di comunicare informazioni rilevanti e di grande valore per le caratteristiche del proprio pubblico di riferimento. La comprensione del pubblico in target per creare contenuti efficaci è stato uno degli argomenti più importanti toccati durante l’incontro annuale di Valuelead con i collaboratori giornalisti, organizzato a Milano il 16 ottobre scorso. In questo articolo approfondiamo le opinioni di alcuni dei professionisti del nostro network, che offrono spunti fondamentali per la creazione di contenuti in grado di catturare l’interesse delle buyer persona. Indice: Creazione contenuti secondo Fabio Cavallotti Creazione contenuti: l’opinione di Piero Todorovich Conclusione Per un giornalista che si occupa di marketing B2B, tenere a mente la buyer persona mentre scrive non è solo un dettaglio, ma piuttosto un obbligo. Una buyer persona incarna il cliente ideale, ovvero l’individuo (o il gruppo) al quale il contenuto deve parlare in maniera diretta e rilevante. Creazione contenuti secondo Fabio Cavallotti Come ci spiega il nostro collaboratore Fabio Cavallotti, creare contenuti significa comunicare informazioni con un obiettivo specifico, adattando il registro comunicativo in base al contesto. Come sottolinea Fabio, “se devo descrivere le novità della legge di bilancio non posso usare lo stesso timbro di un pezzo realizzato per generare dei lead, una call to action.” Per attrarre la buyer persona, è essenziale partire dalle esigenze del cliente e raccogliere informazioni precise da diverse fonti. Fabio afferma che “produrre contenuti per catturare l’attenzione della buyer persona” deve essere un processo mirato e strategico. Un aspetto cruciale è conoscere bene il prodotto e il mercato di riferimento, la descrizione del cliente “deve essere precisa su questo. Non è scontato.” Fabio racconta di un caso in cui servizi pensati per le pubbliche amministrazioni si sono poi rivelati apprezzati dalle PMI, a dimostrazione dell’importanza di avere una conoscenza approfondita del mercato. Un problema comune riguarda la conoscenza approssimativa del contesto, soprattutto nel mercato italiano. Fabio nota che “il contesto produttivo italiano è specifico, per certi versi anomalo, parcellizzato,” spesso richiedendo di guidare il cliente nel comprendere le peculiarità del proprio settore.Infine, per delineare una buyer persona accurata, è necessario ottenere informazioni verticali, “Dal macrocosmo al microcosmo. Dal mercato alla buyer persona”. Tuttavia, come Fabio osserva, solitamente i team definiscono la buyer persona “in base alle percezioni, mi verrebbe da dire in base a bias cognitivi, piuttosto che su indagini analitiche,” evidenziando le difficoltà quando mancano dati precisi. Nel lavoro da giornalista non mancano anche difficoltà legate alla comprensione del valore e del processo di creazione di contenuti da parte dei clienti. Alcuni, infatti, non hanno chiaro cosa significhi effettivamente produrre contenuti di qualità per la buyer persona, chiedendo lavori poco chiari o trattando i contenuti come se fossero meri “dattiloscritti”, senza considerare l’approccio strategico che serve. Fabio racconta: “La sfida più difficile è quella del cliente egocentrico e produttore, a sua volta, di elaborati, in altre parole gli autori.” Inoltre, sottolinea la difficoltà nel collaborare con clienti che non comprendono pienamente le aspettative digitali e che, a causa della loro “analfabetizzazione informatica,” pongono richieste esagerate senza cogliere le reali dinamiche di produzione di contenuti. “La buyer persona,” nota Fabio, “è frutto di esperienze acquisite empiricamente, piuttosto che di indagini analitiche,”. Creazione contenuti: l’opinione di Piero Todorovich Anche il nostro collaboratore giornalista Piero Todorovich mette in evidenza quanto sia cruciale conquistare la fiducia del lettore rispondendo in modo puntuale e preciso alle sue esigenze informative e professionali. Per farlo, è necessario produrre contenuti che siano “attuali, credibili nelle valutazioni, utili e sostenuti dalla capacità tecnica di ottenere dati precisi” sull’effettiva lettura e interesse del target. Tuttavia, Piero osserva anche come spesso i manager abbiano una certa reticenza nel condividere informazioni chiave come numeri, nomi o esperienze dirette. Secondo lui, i manager “dimostrano un sacro terrore ad aprirsi, a fare numeri, nomi, a citare elementi e aneddoti che sono frutto dell’esperienza sul campo.” Eppure, è proprio nella “vita vissuta” all’interno dell’azienda che si trovano le chiavi per trasmettere il vero valore aggiunto dei prodotti e servizi. Questi dettagli autentici sono ciò che rende un contenuto più coinvolgente e in grado di instaurare un legame di fiducia con la buyer persona. Conclusione La creazione di contenuti B2B di qualità richiede un equilibrio tra l’accuratezza tecnica e la capacità di raccontare storie autentiche che catturino l’interesse della buyer persona. Come sottolineato da Piero e Fabio, il valore di un contenuto non risiede solo nelle informazioni condivise, ma anche nella capacità di trasmettere fiducia, rispondendo in modo mirato alle esigenze del lettore. Per farlo, è essenziale che i manager e le aziende si aprano a condividere dati concreti e aneddoti di vita vissuta, perché sono proprio questi dettagli che fanno emergere il valore reale di un prodotto o servizio. In definitiva, la trasparenza e la precisione sono i pilastri su cui costruire un contenuto capace di creare un dialogo autentico e significativo con la buyer persona. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Newsletter e AI: tu come la fai?

Newsletter e AI: tu come la fai?

Sblocca il potenziale dell’AI con queste newsletter essenziali per i professionisti del digitale Ti senti sopraffatto dalle continue novità sull’intelligenza artificiale e non sai come rimanere aggiornato? Per i professionisti B2B come noi, rimanere al passo con gli strumenti, le tendenze e le tecnologie AI non è più un’opzione. Ma come mantenersi informati senza perdere ore a cercare informazioni e strumenti rilevanti per il tuo mercato? Ecco che entrano in gioco le newsletter sull’AI, dove puoi scoprire nuovi strumenti o semplicemente restare aggiornato. Queste risorse, curate da professionisti del settore.In questo articolo vi segnaliamo una selezione delle newsletter AI che noi stessi in Valuelead consultiamo periodicamente, e che riteniamo possano tornare utili ad ogni professionista del digital B2B. Indice: Prompt Advance: Trucchi e best practice per prompt su ChatGPT Ultimate Tools Newsletter: Scopri i migliori strumenti AI There’s an AI for That: Trova l’AI giusta per ogni compito AIGeist: Approfondimenti AI per i leader B2B Conclusione Prompt Advance: Trucchi e best practice per prompt su ChatGPT Prompt Advance è la tua risorsa ideale se desideri padroneggiare ChatGPT e modelli AI generativi simili come Gemini o Perplexity. Questa breve newsletter settimanale offre aggiornamenti essenziali e strategie per massimizzare l’uso di questi strumenti. Riceverai consigli pratici, prompt innovativi e approfondimenti su come far funzionare meglio l’AI generativa. Se desideri rimanere aggiornato sull’ingegneria dei prompt e sfruttare al massimo l’intelligenza artificiale, questa è la newsletter che fa per te.​ Prompt Advance Ultimate Tools Newsletter Scopri i migliori strumenti AI La Ultimate Tools Newsletter su Substack è una miniera d’oro per chi è sempre alla ricerca di nuovi strumenti AI che fanno la differenza. Ogni numero introduce piattaforme, app e software all’avanguardia progettati per semplificare il tuo lavoro e aumentare la produttività. Che tu lavori nel marketing, nello sviluppo di prodotti o nella gestione di progetti, questa newsletter ti aiuta a trovare gli strumenti giusti per far funzionare al meglio il tuo business. Questa newsletter è perfetta per i professionisti B2B che vogliono restare competitivi con le ultime innovazioni tecnologiche. Ultimate Tools Newsletter There’s an AI for That Trova l’AI giusta per ogni compito Come suggerisce il nome, There’s an AI for That ti aiuta a scoprire l’AI giusta per ogni compito specifico. Ogni edizione della newsletter fornisce raccomandazioni su soluzioni AI per vari settori e funzioni, dalla automazione del marketing all’analisi dei dati. Inoltre, nella Home del sito puoi cercare in ogni momento l’AI per le tue esigenze specifiche, anche le più particolari.Se sei sempre alla ricerca di nuovi strumenti per ottimizzare le operazioni e migliorare il successo aziendale, questa newsletter è un’ottima risorsa. There’s an AI for That AIGeist Approfondimenti AI per i leader B2B Curata dal CEO di Valuelead, AIGeist si concentra specificamente sull’impatto dell’AI nel mondo B2B. Offre approfondimenti su come l’intelligenza artificiale sta trasformando le operazioni aziendali, le strategie di vendita e l’engagement con i clienti. Questa newsletter non si limita a informarti, ma ti aiuta a comprendere come queste tecnologie possano essere applicate concretamente per migliorare le prestazioni aziendali. Che tu sia un dirigente interessato a implementare strategie AI o un leader di team che guarda al futuro, AIGeist offre gli approfondimenti strategici di cui hai bisogno​. AIGeist  Conclusione Queste non sono le solite noiose newsletter, ma un pratico manuale per rimanere aggiornato e avere quella marcia in più indispensabile nel panorama lavorativo B2B, ma non solo. Le newsletter che abbiamo evidenziato forniscono tutto, dai consigli pratici agli approfondimenti strategici, aiutandoti a sfruttare al meglio le innovazioni dell’AI nel tuo business. Iscrivendoti a queste risorse, sarai equipaggiato con la conoscenza e gli strumenti per migliorare la produttività, risparmiando tempo nella ricerca. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Le prime risposte al questionario sono arrivate: hai già valutato la tua strategia di lead generation?

Le prime risposte al questionario sono arrivate: hai già valutato la tua strategia di lead generation?

Abbiamo ricevuto le prime risposte al nostro questionario e i risultati sono davvero interessanti! Le aziende stanno già iniziando a scoprire i loro punti deboli nella lead generation e nelle strategie di marketing. Se non l’hai ancora fatto, c’è ancora tempo per compilare il questionario e fare una valutazione approfondita delle tue strategie. Si tratta di un’autovalutazione rapida che ti aiuta a identificare dove migliorare, e sei ancora in tempo per compilarlo! I primi risultati raccolti mostrano tendenze interessanti tra le aziende che hanno partecipato: La lead generation è l’area più critica: Per la maggior parte delle aziende, la lead generation rappresenta il tallone d’Achille. Anche chi già utilizza strumenti di marketing e pubblicità online fatica a ottimizzare il flusso di contatti qualificati. Pubblicità online sottoutilizzata: Sebbene molti di voi stiano già investendo in pubblicità su Google e LinkedIn, c’è una mancanza di ritorni su questi investimenti. Le soluzioni per risolvere questi problemi? Per migliorare questi risultati, è essenziale adottare una strategia che preveda la creazione di contenuti mirati, che rispondono ai loro bisogni e interessi specifici, e una targetizzazione precisa del pubblico. Grazie al nostro pacchetto Baitfish, molti nostri clienti hanno aumentato la visibilità dei loro contenuti, aumentato le visite al sito, migliorato la qualità dei contatti generati e ottimizzato le campagne pubblicitarie, con conseguente tasso di conversione più elevato. Infine, serve sfruttare LinkedIn creando lead magnet efficaci (offerte gratuite di valore per convincere i potenziali clienti a lasciare i propri contatti) e attivazioni mirate (campagne specifiche che stimolano l’interazione), che consentano di raggiungere il pubblico giusto al momento giusto. Molti clienti che hanno utilizzato il nostro LinkedIn Business Accelerator hanno migliorato la qualità dei contatti e la precisione della targetizzazione, ottenendo un aumento nel tasso di conversione. Questo pacchetto ottimizza LinkedIn con strategie mirate e lead magnet personalizzati. Vuoi essere un passo davanti alla concorrenza? Puoi compilare il nostro questionario e fare un’autovalutazione approfondita delle tue strategie di digital marketing. Solo così potrai capire dove migliorare e scoprire le opportunità che ti stanno sfuggendo. Scopri i tuoi punti deboli, inizia oggi stesso! Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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La grande ripresa dopo la pausa estiva: verso il Q4

La grande ripresa dopo la pausa estiva: verso il Q4

Indice: Introduzione La sindrome del “ci aggiorniamo a settembre” Settembre e ottobre: i mesi del push Anche noi abbiamo “Mollato il colpo”, ma occhi puntati sul Q4! Conclusione L’estate è finita, Settembre è arrivato e con lui anche il rush verso gli ultimi mesi dell’anno. È tempo di riprendere le attività di sales & marketing con la giusta energia, ma attenzione a non cadere nei soliti luoghi comuni del rientro. Hai rimandato tutto a Settembre? Bene, ora è il momento di agire e non perdere tempo. Scopri come affrontare al meglio questo periodo cruciale, con un po’ di autoironia e consigli pratici per spingere il business prima del rush finale! L’estate è finita, e con essa anche quel dolce suono delle onde in sottofondo che ci accompagnava durante le call più “rilassate” di Luglio. Siamo di nuovo nel vivo, e la realtà si chiama Settembre: il mese del “rush”. Ma lo sapevamo, no? C’è una sorta di formula magica che si ripete ogni anno: “Ci risentiamo a Settembre”. Una frase che probabilmente abbiamo detto o sentito più volte di quante possiamo contare.Ora, però, è tempo di parlare di come affrontare questo ultimo trimestre del 2024. Perché sì, lo sappiamo, settembre e ottobre sono mesi cruciali per le vendite e il marketing B2B. È tempo di abbandonare gli aperitivi al tramonto e concentrarsi sulle opportunità commerciali. La Sindrome del “Ci Aggiorniamo a Settembre” Quante volte avete sentito, o magari detto frasi come “Dai, ci aggiorniamo a Settembre!” o anche “Ad Agosto è tutto fermo, ma a Settembre riprendiamo alla grande.”? Queste sono le classiche frasi che circolano tra i commerciali. Ma diciamocelo: Settembre arriva velocemente, e improvvisamente ci ritroviamo a inseguire gli obiettivi annuali. Non arrivare tardi all’appuntamento, sfrutta al meglio questi mesi chiave, soprattutto perché sono i momenti in cui i budget sono ancora disponibili ma cominciano a stringersi in vista della fine dell’anno. La nostra stessa pausa dal blog è un perfetto esempio di “abbiamo mollato il colpo”, ma è giusto riderci sopra e riconoscere l’errore (per la cronaca, “Marketing B2B in estate” è l’ultimo articolo in questione, dategli una lettura). Tuttavia, tra uno scherzo e l’altro, la realtà è che questi mesi sono fondamentali. Tornare attivi significa rimettersi al timone con prontezza e visione strategica. Settembre e Ottobre: I Mesi del Push Settembre e Ottobre sono i mesi del push in cui le attività di sales & marketing digital B2B devono accelerare. Questi sono i mesi in cui le aziende sono più ricettive e pronte a chiudere affari. Dopo la pausa estiva, molti decisori aziendali tornano con un atteggiamento più reattivo. Hanno rivisto i loro obiettivi e sono pronti a considerare nuovi partner, soluzioni e strategie. Perciò, quali sono le azioni da mettere in campo? Rinfrescare il CRM, che è il nostro alleato principale. Riordinare i lead raccolti prima delle ferie, riprendere contatti lasciati in sospeso e soprattutto non lasciare che nulla scivoli via. Software CRM come HubSpot sono essenziali per non perdere opportunità, perché il CRM è la tua memoria, il tuo GPS nelle vendite.Organizzare Eventi e webinar è un’altra soluzione, perché con l’aumento della partecipazione digitale, è il momento di promuovere contenuti educativi, sessioni dimostrative o eventi online che possano attirare il target giusto. Leggi il nostro articolo su come organizzare un Webinar di successo! Anche Noi Abbiamo “Mollato il Colpo”, ma occhi puntati sul Q4! I webinar e gli eventi online sono strumenti efficaci per mantenere il coinvolgimento dei clienti durante l’estate. Questi eventi permettono ai partecipanti di accedere aiDiciamocelo chiaramente: ad Agosto ci siamo rilassati anche noi in Valuelead (tranne che per i servizi erogati per i nostri clienti, sempre attivi!). Il blog non ha visto la luce per un mese intero, e forse anche qualche task è stato rimandato a Settembre con un’alzata di spalle. Ma questo è il momento per riprendere in mano la situazione e dimostrare che il vero sales push arriva proprio ora. Tutti fanno l’errore di adagiarsi un po’ in estate, e va bene così, ma ora bisogna tornare più agguerriti che mai. Anche perché il Q4 non aspetta nessuno. Non perderti le nostre strategie di successo, tra Cold Calling e Cold Mailing, che ti daranno una marcia in più! Conclusione Se possiamo chiudere con un consiglio finale, è questo: non fare le solite cavolate. Non lasciare che i clienti importanti ti sfuggano di mano. Non ignorare il tuo CRM pensando di poter gestire tutto a memoria. Non procrasti nare ulteriormente! Settembre e ottobre sono mesi di grande potenziale, ma richiedono precisione, organizzazione e soprattutto azione. Quindi, metti subito in ordine il tuo CRM, imposta promemoria, segui ogni lead e mantieni alta l’energia. Alla fine dell’anno, sarai felice di aver lavorato bene in questi mesi cruciali.Ricorda, come diceva qualcuno: “Non rimandare a domani quello che puoi fare oggi”. E se oggi puoi migliorare la tua pipeline, fallo ora. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Marketing B2B in estate: come ci si adatta alle nuove abitudini dei clienti

Marketing B2B in estate: come ci si adatta alle nuove abitudini dei clienti

Indice: Introduzione Adattare i contenuti per il mobile e il periodo stagionale Sfruttare i social media e aggiornare i contenuti Promuovere webinar e eventi online Direct mailing con offerte speciali Conclusione Con l’estate in corso, potreste aver notato una leggera flessione nell’engagement dei prospect e nelle vendite, mentre i consumatori sono in “modalità vacanza”. L’estate non è necessariamente un periodo di inattività per il marketing B2B, ma piuttosto un momento in cui le aziende devono adattarsi ai cambiamenti nelle abitudini dei loro prospect. Non è tanto un problema dei prospect che cambiano abitudine, ma piuttosto delle aziende che non si adattano a questi cambiamenti stagionali. Le aziende che riescono a modificare le loro strategie di marketing possono sfruttare al meglio questo periodo, mantenendo alto l’interesse e preparando il terreno per il successo futuro. In questo articolo proponiamo delle idee e best practice per restare in movimento anche nel periodo estivo. Adattare i contenuti per il mobile e il periodo stagionale Con l’aumento dell’uso dei dispositivi mobili durante l’estate, è essenziale che i contenuti siano ottimizzati per smartphone e tablet. Creare contenuti visivamente accattivanti e responsive è fondamentale, soprattutto considerando che molte persone sono in viaggio o in vacanza. I contenuti possono inoltre riflettere temi estivi, utilizzando toni più leggeri e rilassati, per mantenere l’interesse dei lettori. Sfruttare i social media e aggiornare i contenuti Durante l’estate, è essenziale utilizzare i social media per condividere contenuti visivamente accattivanti, come infografiche e video, che catturino l’attenzione. Questo periodo è anche ideale per aggiornare articoli di blog, migliorando la SEO e assicurando che le informazioni siano aggiornate e pertinenti. Assicuratevi di postare in modo costante e ad orari ottimali durante la settimana. Una riduzione della frequenza di pubblicazione può influire negativamente sull’algoritmo e, di conseguenza, su chi vede i post. Combinando una presenza attiva sui social media con contenuti freschi, le aziende possono mantenere l’interesse dei clienti e prepararsi per una ripresa delle attività in autunno.  Promuovere webinar e eventi online I webinar e gli eventi online sono strumenti efficaci per mantenere il coinvolgimento dei clienti durante l’estate. Questi eventi permettono ai partecipanti di accedere ai contenuti formativi o di aggiornamento professionale secondo i propri tempi, senza l’impegno di un evento fisico. Tematiche stagionali, come la preparazione per le sfide autunnali o le nuove tendenze di mercato, possono attrarre un pubblico interessato. Leggi il nostro articolo su come organizzare un webinar di successo! Direct mailing con offerte speciali Il direct mailing può essere particolarmente efficace durante l’estate, specialmente con offerte speciali o contenuti personalizzati. Inviare materiali fisici come coupon o inviti esclusivi può catturare l’attenzione in un periodo in cui la posta elettronica può essere facilmente ignorata. Questo approccio tangibile può creare un’esperienza memorabile e incentivare l’azione. L’anno scorso abbiamo dato delle dritte per il “back to work” dopo l’estate: non perderlo! Conclusione Il marketing in estate è ricco di potenzialità, quindi assicuratevi che la vostra azienda stia sfruttando tutte le grandi opportunità disponibili. Ottimizzando i contenuti per il mobile, sfruttando i social media, aggiornando i materiali esistenti e utilizzando strategie di direct mailing, le aziende possono non solo mantenere l’attenzione dei loro clienti, ma anche prepararsi per una stagione autunnale di successo. L’estate è il momento perfetto per essere creativi e scoprire nuovi modi per coinvolgere il pubblico durante questo periodo tradizionalmente lento. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Dalla cold email alla vendita

Dalla cold email alla vendita

Strategie per trasformare contatti freddi in clienti Indice: Introduzione Chi è SDRs of Italy? Il potere del Cold Mailing Perché funziona il Cold Mailing? Strategie vincenti per il Cold Mailing Conclusione Se siete a caccia di nuovi potenziali clienti e avete bisogno di un modo per coinvolgerli, una campagna di e-mail a freddo è una soluzione che funziona quasi sempre. Per ottenere risposte, un’e-mail a freddo deve essere breve, ma incisiva, e invogliare il destinatario. Ecco perché un’e-mail, in ogni sua parte, deve offrire valore per generare più interazioni e più prospect. Il 4 Luglio, Giorgia Molocchi, Sales Manager di Valuelead, sarà ospite di SDRs of Italy e terrà un webinar sul tema Cold Mailing dove ci racconterà best practice e segreti per comunicazioni a freddo di successo. Nel frattempo, in preparazione al webinar, vi consigliamo la lettura di questo articolo. Chi è SDRs of Italy? SDRs of Italy è una community leader nel settore delle vendite e del business development, dedicata a migliorare le competenze dei Sales Development Representatives (SDRs). Propone interessanti contest, tra cui un Contest Sales in corso tuttora sponsorizzato da noi di Valuelead. Il potere del Cold Mailing Il cold mailing offre un’opportunità unica per personalizzare i messaggi in base alle esigenze specifiche dei clienti. Rispetto alle chiamate, consente di preparare con attenzione il contenuto, rendendo ogni email mirata e pertinente. Partecipa al webinar il 4 luglio per scoprire come rendere le tue email a freddo ancora più efficaci. Perché funziona il Cold Mailing? Personalizzazione: le email possono essere altamente personalizzate per rispondere ai bisogni specifici dei clienti. Risparmio di tempo: permette di contattare numerosi potenziali clienti in modo rapido ed efficiente, in particolare con automazioni di CRM. Misurabilità: le risposte e i tassi di apertura possono essere facilmente tracciati e analizzati con i giusti strumenti. …Molti altri motivi verranno illustrati da Giorgia Molocchi il 4 Luglio durante il webinar su Cold Mailing. Non perdertelo! Strategie vincenti per il Cold Mailing Oggetto accattivante: cattura l’attenzione del destinatario con un oggetto intrigante e rilevante. L’oggetto è la prima cosa che il destinatario legge. Chiarezza e brevità: sii diretto e conciso nel messaggio per mantenere alta l’attenzione del lettore. Call to action: includi una CTA chiara, invitando il destinatario a compiere un’azione successiva, come scaricare o visitare un sito. …Queste e altre strategie verranno illustrate da Giorgia Molocchi durante il webinar, non mancare! Preparati al webinar leggendo il nostro articolo sulle strategie avanzate per il email marketing Conclusione Le e-mail a freddo sono il modo migliore per ottenere più conversioni se il budget marketing è limitato. Ma serve essere costanti, e pronti a sperimentare nuovi metodi.Iscriviti al webinar del 4 Luglio, dove Giorgia Molocchi ci mostrerà best practice e segreti per il sempreverde cold mailing.

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L’importanza della Maturità Digitale per il successo commerciale

L’importanza della Maturità Digitale per il successo commerciale

Indice: Introduzione Il diagramma delle competenze: una panoramica Implicazioni per le aziende Perché la maturità digitale è così cruciale? Conclusione Nel contesto della trasformazione digitale e commerciale, la maturità del digital gioca un ruolo cruciale. Un recente studio condotto da Boston Consulting in collaborazione con Google, “Accelerating AI-Driven Marketing Maturity” pubblicato nell’Aprile 2024 ha esaminato le principali competenze digitali e la loro correlazione con il livello di maturità digital complessiva. In questo articolo esploriamo le 19 abilità più importanti identificate nello studio, e come esse predicono il livello di maturità digitale. Il diagramma delle competenze: una panoramica L’analisi presentata nel grafico si concentra su 19 capacità digitali, suddivise in tre categorie principali basate sulla loro deviazione standard e il gap tra le aziende ad alta e bassa maturità.  Il risultato ha dimostrato una precisione del 97%, confermando la robustezza del modello utilizzato. Capacità Fondamentali: Include competenze essenziali come la collaborazione agile e le competenze specialistiche. Queste caratterizzano un livello di maturità inferiore, indicando che molte aziende hanno già iniziato a svilupparle. Nuove Postazioni di Base: Comprendono la centralizzazione dell’Adtech (o tecnologia pubblicitaria), l’uso di AI generativa, l’arricchimento dei dati, e l’identificazione degli utenti. Queste capacità stanno emergendo come nuovi requisiti di base per raggiungere una maturità digitale più elevata. Capacità Elevate: Rappresentano competenze avanzate come la presa di decisioni basate sui dati, la misurazione end-to-end e la reimmaginazione dei flussi di lavoro attraverso l’AI generativa. Queste capacità mostrano il gap di maturità più ampio, indicando che solo le aziende più avanzate le stanno implementando con successo. Implicazioni per le aziende Lo studio evidenzia che il raggiungimento di una maggiore maturità digitale richiede l’adozione di un set ampliato di nuove competenze. In particolare, serve adottare strumenti di AI generativa, la centralizzazione dell’Adtech, e l’utilizzo di piattaforme di arricchimento dei dati. Serve poi formare il personale per acquisire nuove competenze e promuovere una cultura aziendale orientata all’innovazione, e favorire la collaborazione tra diversi dipartimenti per una gestione più integrata e data-driven. Le aziende devono quindi focalizzarsi sull’integrazione di queste capacità emergenti per mantenere la competitività nel mercato. Perché la maturità digitale è così cruciale?  Le aziende con una maturità digitale più alta sono meglio posizionate per sfruttare nuove opportunità di mercato e rispondere rapidamente ai cambiamenti. Inoltre, le tecnologie avanzate e l’automazione possono migliorare significativamente l’efficienza operativa, riducendo i costi e aumentando la produttività. Infine, una maggiore maturità digitale consente un approccio più personalizzato e data-driven nella gestione delle relazioni con i clienti, migliorando la soddisfazione e la fedeltà. Conclusione Se le capacità digitali sono sempre nuove e in rapida evoluzione, è importante per le aziende adeguarsi per raggiungere una maturità digitale più alta, adatta al livello della competizione e del mercato. L’analisi di Boston Consulting e Google fornisce una guida preziosa, indicando che serve investire in nuove tecnologie e migliorare le competenze esistenti per il successo futuro. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Come scegliere il candidato Digital Marketing & Sales ideale

Come scegliere il candidato Digital Marketing & Sales ideale

Indice: Introduzione Quanto è importante avere personale mktg&sales interno? Come attirare i migliori mktg&sales? Quali sono le competenze digital da ricercare? L’importanza del settore specifico di appartenenza Conclusione Può la ricerca delle caratteristiche giuste nel personale sales&mktg definire il successo o il fallimento della strategia aziendale? E quali sono le competenze digital da individuare? Sì, un buon commerciale deve saper prima di tutto combinare le due competenze di marketing e sales per sviluppare campagne che catturino l’attenzione e che siano anche misurabili e ottimizzate attraverso i dati. E poi? In questo articolo esaminiamo tutte le considerazioni da tenere a mente quando si parla di personale e capacità di marketing e sales. Quanto è importante avere personale mktg&sales interno? La presenza di un professionista marketing & sales interno è essenziale e non si può pensare di stare senza, persino quando un’azienda collabora con agenzie esterne per le proprie strategie di marketing e vendite. Un professionista interno può sviluppare una strategia digitale in completa sintonia con gli obiettivi aziendali, creando campagne coerenti con il brand su più canali digitali. Può inoltre guidare l’implementazione degli strumenti digitali nell’ecosistema aziendale, assicurando che le diverse piattaforme siano allineate, che si tratti di CRM, marketing automation o analisi dei dati. Leggi anche il nostro precedente articolo “Vedere il marketing come un investimento e non come una spesa” Come attirare i migliori mktg&sales? Le aziende devono concentrarsi su una serie di aspetti pratici per attrarre e trattenere i migliori talenti marketing & sales digitali. Essere attivi su LinkedIn con profili aziendali aggiornati, condividere contenuti interessanti con testimonianze e iniziative, partecipare attivamente alle discussioni in comunità e gruppi digitali pertinenti, è essenziale per dimostrare la cultura e i valori dell’azienda. È fondamentale che l’azienda dimostri un forte impegno verso l’ambiente e la sostenibilità, questo non solo riflette una responsabilità sociale ma è anche un criterio sempre più decisivo per i professionisti attenti al futuro del pianeta.Ovviamente i migliori candidati cercano sempre opportunità di crescita e formazione professionale. L’azienda deve comunicare chiaramente prospettive di crescita realizzabili, inclusi programmi di mentorship e percorsi di sviluppo delle competenze. Quali sono le competenze digital da ricercare? Nella ricerca è importante pensare a quale persona sarebbe ideale da mettere su attività chiave per il futuro commerciale dell’azienda, come la lead generation, e nuove attività mktg & sales. La profonda conoscenza dei vari canali digitali è indispensabile. Email marketing, advertising, content creation, SEO e SEM, un buon professionista deve dimostrare la conoscenza di tutti questi aspetti e la completa padronanza di almeno due di essi, per poter orchestrare una strategia multicanale efficace.  Inoltre il marketing digitale muta rapidamente, sempre con nuove tecnologie e tendenze, e solo i più flessibili e proattivi sono in grado di rimanere aggiornati e di sfruttare queste novità a vantaggio dell’azienda. Un elemento spesso sottovalutato è la capacità del personale interno di fungere da collante tra l’azienda e eventuali agenzie esterne di marketing e sales. Competenze comunicative eccellenti sono essenziali per assicurare che tutte le parti siano allineate con gli obiettivi aziendali. L’importanza del settore specifico di appartenenza Si pensa che la familiarità pregressa di un candidato con il settore potrebbe implicare una più rapida adattabilità e una migliore comprensione delle dinamiche di mercato specifiche. Ogni azienda però ha una cultura e un prodotto unico, e specifiche esigenze di marketing e sales, perciò un background in un settore simile non garantisce un inserimento perfetto.  Così, anche la profondità del portfolio può sicuramente testimoniare a favore di un candidato, ma non racconta tutto. Anzi, il cambiare spesso posto di lavoro potrebbe rappresentare un campanello d’allarme, poiché indica che l’azienda rischia di perdere tempo e investimenti nella formazione e integrazione di un dipendente senza ottenere benefici tangibili, soprattutto quando il personale non resta abbastanza a lungo da generare valore. Se hai letto fino a qui, potrebbero interessarti i nostri segreti del Digital Marketing B2B, leggili ora! Selezionare il giusto professionista marketing&sales digitale significa trovare una persona che orchestri nuove attività e guidi la lead generation, si immerga nella cultura aziendale, interagisca efficacemente con team interni ed esterni. Se il buongiorno si vede dal mattino, il successo commerciale aziendale si vede dalle competenze del team marketing e sales. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Quanto è importante la collaborazione tra marketing e sales nel B2B?

Quanto è importante la collaborazione tra marketing e sales nel B2B?

Indice: Introduzione Il Ruolo Vitale dei Team Sales e Marketing L’Importanza della Collaborazione Sfruttare la Tecnologia e Mantenere una Messaggistica Coerente Conclusione  I team sales e marketing sono l’orchestra commerciale di un’impresa e rappresentano il motore propulsore per la crescita aziendale. Mentre il team sales si concentra sulla chiusura delle trattative,sulla preparazione dei contratti e sul mantenimento delle relazioni dirette con i clienti, il marketing si dedica a generare lead di qualità e a rinforzare il brand, creando un marchio forte che parli al cuore e alla mente dei potenziali clienti. La sinergia tra questi reparti è cruciale per comprendere il percorso d’acquisto del cliente e per sfruttare i loro punti di forza unici a vantaggio dell’azienda, così come è cruciale comprendere il ruolo unico di ciascun team durante l’intera customer journey. Non è invece utile all’azienda, ma tanto meno alla relazione con i potenziali clienti, che tra sales e marketing si scateni un conflitto sotto-traccia per la leadership. Nessuno dei due reparti deve prevalere sull’altro, ma entrambi devono capire in che modo i colleghi possono aiutare la loro azione a ottenere i risultati sperati. Altra azione da evitare è la distonia dei messaggi che arrivano da marketing e sales: la comunicazione deve sempre essere concordata e tagliata sugli obiettivi aziendali. Il cliente non dovrebbe ma percepire incertezza o infondatezza nei messaggi che li raggiungono. A guidare non dovrebbero essere i team ma gli obiettivi dell’azienda.  La scorsa settimana abbiamo proposto un questionario chiedendo quanto è importante la collaborazione tra marketing e sales nel B2B e gli spunti che ne sono derivati sono molti. Il Ruolo Vitale dei Team Sales e Marketing Il team di vendita si dedica alla conversione dei lead in clienti paganti, stabilendo relazioni personali e guidando il processo di acquisto. Al contrario, il marketing punta a costruire una presenza di brand forte e riconoscibile, attraendo potenziali clienti in modalità “pull” e non “push”, attraverso strategie mirate. Questi sforzi congiunti necessitano di una comprensione dettagliata dei punti di forza unici di ogni reparto e di come questi possono essere integrati efficacemente nel journey del cliente. L’unione fa la forza, come pure i messaggi sinergici e non conflittuali o incerti incutono fiducia nel cliente. Infatti, secondo uno studio di Idc, l’incapacità nel B2B di allineare i team sales e marketing ai processi e alle tecnologie giuste costa il 10% o più del fatturato all’anno. La collaborazione sviluppa strategie e offre visioni diverse, sempre utili. L’integrazione dei dati di vendita con le analisi di marketing, per esempio, può rivelare insight preziosi sui comportamenti dei clienti e sulle tendenze di mercato, consentendo a entrambi i team di ottimizzare le loro strategie in modo proattivo. L’Importanza della Collaborazione La collaborazione tra sales e marketing non si limita alla condivisione degli obiettivi; si estende allo sviluppo di una comprensione reciproca delle sfide e delle opportunità. Una comunicazione aperta e regolare è fondamentale, così come la definizione di KPI condivisi che riflettano sia gli obiettivi di vendita che di branding. L’adozione di tecnologie avanzate, come i CRM che si integrano con le piattaforme di automazione del marketing, è cruciale per facilitare questa collaborazione. Questi strumenti consentono non solo una gestione efficiente dei lead e del customer journey, ma anche l’analisi dei dati in tempo reale per prendere decisioni informate. Un esempio pratico di sinergia si trova nelle strategie di content marketing, dove i contenuti creati sono formati dalle interazioni dirette del team di vendita con i clienti, garantendo che i messaggi siano pertinenti con la buyer persona identificata e siano interessanti per quel soggetto professionale. Le statistiche mostrano infatti che il 60%-70% di tutti i contenuti di marketing creati rimane inutilizzato perché l’argomento non è rilevante per il target a cui il reparto vendite si deve rivolgere in fase di vendita (fonte Zoominfo). Analogamente, i feedback e le percezioni raccolti dal team di vendita possono ispirare campagne di marketing mirate, permettere una migliore definizione della buyer persona e, in definitiva, consentire all’azienda di aumentare la probabilità di conversione. Sfruttare la Tecnologia e Mantenere una Messaggistica Coerente La tecnologia gioca un ruolo fondamentale nell’unire vendite e marketing. Soluzioni come l’intelligenza artificiale e l’apprendimento automatico possono aiutare a prevedere le tendenze dei clienti e a personalizzare le interazioni, migliorando sia l’efficacia delle vendite che del marketing. Oggi esistono varie soluzioni tecnologiche che permettono a sales e marketing di collaborare, lavorando sugli stessi dati e conoscendo le interazioni che l’azienda tutta, non solo uno o l’altro reparto, ha avuto con il cliente.Un anello tecnologico di congiunzione che, nel migliore dei casi, unisce a marketing e sales anche il customer support, per accompagnare il cliente in ogni fase del suo processo di contatto con l’azienda. Per fare questo, inoltre, è fondamentale mantenere una messaggistica coerente attraverso tutti i canali è vitale per presentare un’immagine di brand unitaria, rafforzando la fiducia e la lealtà del cliente: per esempio, il tone of voice e la user experience offerta dai bot automatici di interazione con il cliente e le piattaforme di contact automation devono parlare la stessa lingua. Devono rivolgersi al cliente nello stesso modo e secondo le consuetudini dell’azienda, per rafforzarne il brand, massimizzarne l’effetto comunicativo e destare nel cliente la sensazione di parlare sempre con persone che “remano nella stessa direzione”. In conclusione, marketing e sales… Quindi, il successo dell’integrazione tra vendite e marketing si basa sulla volontà di adattarsi, sperimentare, analizzare e imparare da ogni interazione cliente. Un approccio collaborativo non solo migliora le performance aziendali, ma contribuisce anche a una cultura aziendale più coesa e orientata al cliente. Le aziende che riconoscono e agiscono in base a questa interdipendenza sono quelle che si posizionano per il successo sostenibile in un mercato competitivo. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci e su processi di vendita integrati e tecnology oriented, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più. Aticolo scritto in collaborazione con Paolo Galli

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LinkedIn Ads: ottimizza il tuo budget senza sprecare denaro

LinkedIn Ads: ottimizza il tuo budget senza sprecare denaro

Hai mai pensato che potresti ottenere più risultati dal tuo advertising, facendo fruttare al massimo la tua spesa su LinkedIn?  Fare digital advertising su LinkedIn non significa semplicemente lanciare messaggi promozionali, ma costruire una comunicazione mirata e incisiva che trasformi ogni euro investito in un ritorno d’investimento.Oggi Davide, Customer Success Manager e responsabile delle campagne advertising per Valuelead, ha condiviso il suo approccio strategico per ottimizzare le campagne pubblicitarie su questa piattaforma.  Seguiteci in questa sessione di Q&A ricca di spunti e strategie vincenti per rendere l’adv LinkedIn il vostro alleato più prezioso. Indice:  Da dove partire per non sprecare budget in pubblicità infruttuosa su LinkedIn? Al contrario invece, qual è il primo passo per creare una campagna di successo su LinkedIn? Quanto è importante la definizione del target nelle campagne su LinkedIn? Quanto è importante fare test sulle campagne pubblicitarie? Il lead magnet è un contenuto (es. ebook) o un incentivo (es. sconto) che offri gratuitamente ai tuoi potenziali clienti in cambio delle loro informazioni di contatto. Quanto conta avere un lead magnet nelle campagne su LinkedIn? Conclusione Da dove partire per non sprecare budget in pubblicità infruttuosa su LinkedIn? “Diversi sono gli aspetti da tenere in conto. La chiave sta nell’avere una solida presenza sulla piattaforma LinkedIn. Gestire bene la propria pagina, aggiornarla costantemente e costruire una audience significativa sono passi fondamentali. Questi elementi non solo aumentano la tua visibilità, ma ti forniscono preziose indicazioni sulla percezione del tuo brand, la brand awareness. Infatti, un brand già conosciuto e apprezzato affronta meno ostacoli nella lead generation.” Al contrario invece, qual è il primo passo per creare una campagna di successo su LinkedIn? Il consiglio di Davide è prezioso: “Inizia sempre con un obiettivo chiaro. Che si tratti di aumentare la brand awareness, generare lead o promuovere un evento, ogni elemento della tua campagna deve essere allineato a questo obiettivo.” Quanto è importante la definizione del target nelle campagne su LinkedIn? Per Davide, comprendere il destinatario del messaggio è essenziale. L’identificazione della Buyer Persona guida la formulazione di un’offerta chiara e di messaggi pubblicitari diretti. Scopri come creare la tua Buyer Persona con il nostro articolo dedicato!“Una volta che hai chiaro chi vuoi raggiungere, tutto diventa più semplice: dal tipo di contenuto da produrre alla selezione delle parole chiave per le sponsorizzazioni. La chiarezza nel messaggio pubblicitario è fondamentale”, afferma Davide. “Gli annunci devono essere chirurgici, puntare dritto al cuore del problema senza girarci intorno. Ecco perché il copy deve essere chiaro ma anche conciso, per non soffocare il messaggio”. Se hai letto fino a qui, vuol dire che ci tieni a migliorare le tue skills marketing e sales, e che hai trovato questo contenuto utile allo scopo. Iscriviti alla nostra newsletter e sfrutta le nostre best practice! Quanto è importante fare test sulle campagne pubblicitarie? “Digital advertising non è una scienza esatta,” Davide risponde, “non esiste una formula magica che funzioni per tutti, ecco perché il testing è cruciale.” Suggerisce di provare diverse versioni dell’annuncio, modificando immagini, copy o call-to-action, e osservare cosa funziona meglio con il tuo target. “Se un approccio funziona, ottimizzarlo e continuare su quella strada. Altrimenti, è il momento di provare qualcosa di nuovo.” Abbiamo parlato recentemente dell’importanza di test e analisi dei KPI: leggi l’articolo! Il lead magnet è un contenuto (es. ebook) o un incentivo (es. sconto) che offri gratuitamente ai tuoi potenziali clienti in cambio delle loro informazioni di contatto.  Quanto conta avere un lead magnet nelle campagne con LinkedIn Ads? “Offrire qualcosa di valore in cambio delle informazioni di contatto trasforma il tuo approccio da invasivo a stimolante, e può fare la differenza tra un utente che semplicemente transita sul tuo sito e uno che invece decide di impegnarsi con il tuo brand.” Che si tratti di un e-book, di un webinar o di un trial gratuito, il lead magnet deve essere irresistibilmente attraente per il tuo pubblico. “Un contenuto di valore che risponde alle specifiche necessità della buyer persona può significativamente aumentare l’efficacia delle campagne pubblicitarie. Questo approccio non solo affina la strategia pubblicitaria ma assicura anche che ogni euro investito lavori al meglio per il vostro business”. Leggi il nostro articolo sulle alternative a LinkedIn per il Digital Advertising B2B Un approccio strategico, meticolosamente personalizzato e continuamente ottimizzato è vitale per evitare sprechi di budget.Davide ci offre un ultimo consiglio sull’argomento, che riguarda l’importanza insostituibile dell’esperienza. “Navigare le acque dell’advertising digitale, specialmente su una piattaforma così specifica e professionale come LinkedIn, può essere complesso. L’esperienza è la chiave che può sbloccare la formula giusta per ogni campagna, adattando strategie e tattiche al contesto specifico del tuo pubblico e dei tuoi obiettivi di business”. Affidarsi a chi ha già percorso questo cammino e ha maturato una profonda conoscenza in materia, rappresenta il modo più efficace per minimizzare lo spreco del budget pubblicitario. Sei alla ricerca di una collaborazione esperta che possa trasformare la propria strategia di advertising su LinkedIn? Il team di esperti di Valuelead è pronto ad offrire la sua esperienza e competenza, garantendo che ogni euro del vostro budget pubblicitario sia un investimento verso il successo.

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Le strategie di Growth Hacking Marketing che devi conoscere per espandere il tuo business

Le strategie di Growth Hacking Marketing che devi conoscere per espandere il tuo business

Nel nostro ultimo articolo sul Growth Hacking Marketing abbiamo esplorato le fondamenta di questa disciplina rivoluzionaria, delineando i principi e le strategie che permettono alle aziende di scalare rapidamente in maniera sostenibile. Come per il film “Dune” di Denis Villeneuve, anche noi di Valuelead per il Growth Hacking Marketing, data l’ampia portata e la complessità del tema, abbiamo deciso di immergerci ancora più profondamente e dare vita a una “Parte 2” affrontando altri interessanti argomenti. Che tu voglia ottimizzare le tue campagne o che sia desideroso di portare la tua startup verso nuovi traguardi, i punti che seguono offrono idee e strategie per navigare con fiducia nell’affascinante mondo del Growth Hacking. Indice: Identificazione delle opportunità di crescita Processo di test e replica Strumenti e tecnologie Tendenze emergenti Conclusioni Identificazione delle opportunità di crescita Nel Growth Hacking Marketing si utilizza una combinazione di metriche qualitative e quantitative per identificare le opportunità di crescita. Nell’articolo precedente abbiamo citato molti KPI importanti, leggilo per approfondire! Inoltre l’engagement e le interazioni sui vari canali possono fornire indicatori preziosi sulle preferenze e i comportamenti dei tuoi utenti. Segmenti con alto engagement sono spesso quelli più aperti a nuove offerte e possono rappresentare terreno fertile per testare nuove strategie di crescita. Analizza anche i dati demografici, comportamentali e psicografici per comprendere meglio il tuo target di mercato. La segmentazione avanzata e l’analisi delle tendenze di mercato permettono di individuare i segmenti di utenza più promettenti. Processo di test e replica Identificare gli indicatori è solo il primo passo. La vera maestria nel Growth Hacking risiede nella capacità di implementare rapidamente cambiamenti strategici basati su questi dati. Come descritto nel primo articolo, si segue un approccio iterativo basato su A/B test o test multivariati per ottimizzare le strategie di Growth Hacking. Le recensioni e il feedback dei clienti offrono una finestra diretta sui punti di forza e di debolezza del tuo prodotto o servizio. Analizzando questi dati, è possibile identificare opportunità di miglioramento o di espansione che rispondono direttamente alle esigenze e ai desideri dei tuoi clienti. Un esempio di esperimento può essere l’ottimizzazione delle landing pages, che può incrementare le conversioni semplicemente modificando la CTA (Call to Action) e il layout della pagina. L’importante è testare, imparare e ripetere rapidamente. Ciò richiede un’organizzazione agile, un team disposto a sperimentare e imparare dai fallimenti, e una cultura aziendale che valorizza i dati e l’innovazione. Strumenti e tecnologie In Valuelead abbiamo sperimentato un’ampia gamma di strumenti per aiutare le aziende a scalare rapidamente a costi contenuti. Per un efficace approccio di Growth Hacking, sono essenziali strumenti di analisi dei dati come Google Analytics o Mixpanel, piattaforme di marketing automation come HubSpot o Mailchimp, e strumenti di A/B testing come Optimizely e Google Optimize, ma anche piattaforme di Social Media Management come Hootsuite e Buffer, e strumenti per il SEO come SEMrush. Leggi l’articolo con i nostri 5 tool che suggeriamo a chiunque operi nel sales! Tendenze emergenti Le tecnologie di AI e machine learning stanno rendendo possibile analizzare enormi volumi di dati per offrire contenuti ultra-personalizzati, che non solo aumentano l’efficacia delle campagne ma costruiscono anche relazioni più forti e significative con i clienti.Il contenuto è il cuore del marketing B2B, ma l’attenzione si sta spostando verso formati più interattivi, come quiz, calcolatori, valutazioni e contenuti VR/AR che possono aumentare l’engagement, fornire valore immediato e raccogliere dati preziosi sul comportamento degli utenti.Infine, equipaggiare le forze di vendita con strumenti tecnologici avanzati per migliorare l’efficienza e l’efficacia è anch’essa una tendenza in crescita. Piattaforme di sales enablement che utilizzano AI per fornire insights in tempo reale, contenuti personalizzati e raccomandazioni di azioni possono notevolmente potenziare le capacità delle squadre di vendita, accelerando il ciclo di vendita e aumentando i tassi di conversione. Leggi l’articolo con gli strumenti del Social Selling e la Lead Generation secondo Valuelead! Conclusioni Navigare il mondo del Growth Hacking e del marketing digitale può essere complesso, ma non dovete farlo per forza da soli. Mentre le opportunità nel Growth Hacking Marketing continuano a evolversi, la collaborazione con partner esperti come Valuelead può fornire la chiave per sbloccare una crescita sostenibile e innovativa. Se siete un’azienda B2B alla ricerca di un partner che vi aiuti a concentrarvi su strategie di marketing digitale efficaci, vi invitiamo a contattare il team di Valuelead per saperne di più.

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Dal webinar alla pipeline: strategie per trasformare ogni iscritto in un’opportunità di vendita

Dal webinar alla pipeline: strategie per trasformare ogni iscritto in un’opportunità di vendita

Organizzare un webinar è diventato uno dei metodi più efficaci per generare lead nel B2B. Tuttavia, se da un lato i numeri di partecipazione possono essere soddisfacenti, dall’altro troppo spesso questi eventi si chiudono senza un vero impatto sulla pipeline.  Questo accade perché la vera partita si gioca nel post-evento: qui si decidono le sorti delle opportunità commerciali. In questo articolo ti mostriamo come segmentare, nutrire e convertire gli iscritti di un webinar in contatti qualificati, pronti a parlare con il team sales. Indice: Segmenta subito gli iscritti Il cIl primo errore da evitare è trattare tutti gli iscritti allo stesso modo. Non tutti hanno partecipato, non tutti hanno mostrato interesse attivo, e alcuni potrebbero non essere nemmeno in target. Subito dopo l’evento, analizza: Usa questi comportamenti per segmentare la lista nel tuo CRM, assegnando tag come “partecipante attivo”, “no show”, “interessato a [tema X]”. Questa classificazione sarà la base per comunicazioni mirate. Email post-evento: contenuti personalizzati per ogni segmento La prima email post-evento deve arrivare entro 24 ore per non perdere il momento in cui l’attenzione è ancora alta e il messaggio ha quindi più probabilità di essere aperto. Un follow-up tempestivo dimostra reattività e rafforza la percezione positiva del brand, e deve parlare direttamente al segmento di riferimento. Interessati a un argomento specifico: se qualcuno ha chiesto info o cliccato su link tematici, rispondi con contenuti coerenti e invitalo ad approfondire in una conversazione dedicata. Partecipanti attivi: ringraziali per la partecipazione e proponi subito una call, magari con una sintesi personalizzata dei punti discussi. Iscritti non partecipanti: invia la registrazione, ma anche un messaggio chiaro del tipo “Non sei riuscito a partecipare? Ti aiutiamo a recuperare il valore perso”. Costruire un flusso di lead nurturing efficace Una singola email non basta: è solo il primo passo. Per guidare davvero il lead lungo il percorso verso l’acquisto, serve costruire un flusso di nurturing ben pensato, che offra contenuti progressivi e coerenti con gli interessi mostrati. Questo percorso serve a consolidare la percezione del valore della tua proposta e a stimolare ulteriori interazioni significative con il brand. Una sequenza efficace può includere: Queste email dovrebbero essere redatte con uno stile sintetico e facilmente leggibile, per facilitare una lettura rapida anche da smartphone. Devono trasmettere valore reale attraverso contenuti utili e pertinenti, evitando approcci autoreferenziali. Inoltre, è essenziale che siano ottimizzate per la visualizzazione su dispositivi mobili, garantendo un’esperienza utente fluida e professionale. Sales call post-evento: quando e come attivarsi La chiamata commerciale arriva solo dopo che il lead ha mostrato segnali di interesse. Chiamare tutti indiscriminatamente è una perdita di tempo e danneggia la brand reputation. Monitora: Quando contatti, punta su un approccio consulenziale: “Ho visto che hai partecipato al nostro webinar e approfondito il tema [X]. Ti andrebbe di esplorare come potremmo applicarlo al tuo contesto specifico?” Evita lo script rigido. Crea valore, ascolta, e guida verso il prossimo step utile (call, demo, offerta su misura). Conclusioni Un webinar ben realizzato è solo il punto di partenza. Il vero impatto si misura nella capacità di attivare un piano strutturato post-evento, dove ogni lead viene seguito, nutrito e trasformato in opportunità reale. Segmentare con precisione, inviare contenuti personalizzati, pianificare azioni di nurturing efficaci e sapere quando coinvolgere il team sales: queste sono le leve che determinano il successo. Non lasciare che l’energia di un evento svanisca: valorizzala con una strategia che guarda oltre la diretta e costruisce relazioni durature e proficue. Se vuoi mettere in pratica queste strategie con il supporto di un team specializzato in performance marketing B2B, contatta Valuelead: ti aiuteremo a trasformare ogni tuo evento in una vera leva di crescita commerciale.

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